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Sai rispondere alle 4 bugie della cultura omosessualista?

corrado gnerrre il cammino dei tre sentieri omosessualità May 26, 2023

Prima bugia: l’omosessualità come dato di natura

Molti pretendono affermare che l’omosessualità sia qualcosa di “naturale” semplicemente perché esiste come dato. A costoro però sfugge il significato autentico del termine “natura”. Se per natura s’intende solo ciò che è nella realtà, allora è natura anche l’incesto, il divorare il proprio simile o il sopraffare esseri più deboli, tutte cose che esistono in natura e che esistono nel mondo animale. Ma se per “natura” s’intende ciò che è conforme alla natura razionale dell’uomo, le cose cambiano. Quando si parla di ordine naturale s’intende l’ordine naturale che è inscritto nella natura razionale dell’uomo, che riconosce e impedisce il disordine, fra cui anche, per esempio, l’uccidere. Dire che anche tra gli animali esiste l’omosessualità è un non-argomento. E ciò per due motivi. Primo motivo, perché è tutto da dimostrare. Infatti, molti di questi atti, a detta di alcuni etologi fra cui Konrad Lorenz (il padre dell’etologia), avrebbero tutt’altra spiegazione (clicca qui). Secondo motivo, perché tra gli animali esiste anche l’incesto, il divorarsi a vicenda e l’imporre la propria forza. Sarebbero anche questi atti giusti solamente perché esistono in natura? Oppure questi atti sarebbero conformi alla natura razionale dell’uomo solamente perché esistono tra gli animali?

Seconda bugia: nelle civiltà antiche l’omosessualità era ampiamente riconosciuta

Nel mondo antico non esisteva l’approvazione dell’omosessualità né tantomeno la cultura dell’identità di genere, esistevano gli atti omosessuali, cioè la sodomia. Nell’Antica Grecia i rapporti tra un maschio adulto e un adolescente avevano uno scopo “pedagogico” e rispondevano ad un rito di iniziazione. Ciò non vuol dire che gli antichi Greci fossero omosessuali, non avevano infatti un’inclinazione stabile ed esclusiva verso gli uomini. A Roma, invece, il modello maschile era sostanzialmente quello militare, e la sessualità era di tipo predatorio, cioè di stupro. Avere dei rapporti sessuali con uno schiavo, o con un prigioniero, significava manifestare la propria superiorità virile e militare. Con ciò ovviamente non giustifichiamo, anzi. Questi inapprovabili costumi erano dovuti ad una cultura di violenza ancora lontana dal Vero. Ma non mancarono insegnamenti luminosi. Per esempio quello di Platone, che pur passa per uno che abbia avallato simili pratiche. Nelle Leggi Platone critica quanti hanno: … corrotto la norma antica e secondo natura relativa ai piaceri sessuali non solo degli esseri umani, ma anche degli animali. Poi spiega: Bisogna considerare che, a quanto pare, il piacere fu assegnato secondo natura tanto alle femmine quanto ai maschi affinché si accoppiassero al fine di procreare, mentre la relazione erotica dei maschi con i maschi e delle femmine con le femmine è contro natura e tale atto temerario nasce dall’incapacità di dominare il piacere.

Terza bugia: la scientificità del gender

Il caso dei gemelli Reimer (chissà perché poco conosciuto) ha smentito totalmente la presunta scientificità della cultura del gender. Si tratta di un fatto che capitò proprio a John William Money (1921-2006), il medico che coniò la definizione “identità di genere”, ipotizzando che questa potesse essere diversa dall’identità sessuale. Nel 1967 due gemelli monozigoti canadesi, ma di famiglia ebraica, Brian e Bruce Reimer, vennero sottoposti ad un rituale intervento di circoncisione. Per un incidente, il pene di Bruce fu bruciato durante l’operazione. I genitori, non sapendo cosa fare, si rivolsero a Money, medico famoso per le operazioni su bambini ermafroditi, il quale li convinse che sarebbe bastato semplicemente crescere Bruce come una bambina – in attesa dei trattamenti ormonali e della plastica ai genitali – per risolvere il problema. Per Money si trattava dell’esperimento perfetto, che avrebbe potuto dimostrare ciò di cui era personalmente convinto, ovvero che l’identità di genere non sarebbe in alcun modo legata alla natura biologica e, essendo il prodotto dell’influenza ambientale, potrebbe essere facilmente modificabile. Aveva, infatti, a disposizione due bambini con l’identico patrimonio genetico e la possibilità di crescere uno dei due come una bambina. Ma le cose andarono diversamente. Dall’incontro con il dottor Money la vita di Brenda (il nuovo nome di Bruce) e della sua famiglia fu un tragico susseguirsi di depressione, alcolismo, tentativi di suicidio. Brenda (che nulla sapeva dell’incidente) non voleva assolutamente decidersi a comportarsi come una bambina, con enorme sconforto dei genitori. A 14 anni Brenda decise di non tornare dal dottor Money per la solita visita annuale e di non sottoporsi all’operazione per assumere in modo definitivo le caratteristiche sessuali femminili. Va detto che durante le visite periodiche il dottor Money arrivava a mostrare a Brenda materiale pornografico per insegnarle i comportamenti di genere. A questo punto i genitori le raccontarono la sua storia. Il commento di Brenda fu: Per la prima volta ogni cosa ebbe un senso, ed io compresi chi e cosa ero. David (il nuovo nome che Brenda si scelse) subì due operazioni di ricostruzione del pene, sposò una donna che aveva tre figli, ma si suicidò nel 2004. L’esperimento che -secondo il dottor Money- avrebbe dovuto dimostrare il non legame tra identità di genere e identità sessuale fallì tragicamente.

Quarta bugia: l’omosessualità ha un’origine genetica

Studi scientifici escludono la possibilità di una causa biologica dell’omosessualità: non esiste un “gene gay”, un “cervello gay” o un “ormone gay”. A poter causare l’insorgere di un orientamento omosessuale sarebbero influssi ambientali: famiglia, società, varie esperienze di vita… Il punto, insomma, è proprio piscologico. Ritornando al discorso degli animali. Come mai tra questi non esiste l’ossessione per il sesso? Non esistono pornografia, sexy-shop, saturazione sessuale che spingono a forme sempre più depravate della sessualità per ricercare nuove esperienze? Perché non c’è la psiche. Ed è su questo che si deve riflettere.