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Riepilogo di Agosto 2023 (Stilum in vacanza…)

attualità marco tosatti vincenzo fedele Aug 23, 2023

Tosatti, da quel birbone che è, è andato in ferie e ci ha lasciato senza notizie e senza commenti. Meno male che nel frattempo non è accaduto nulla, anche se noi sia rimasti in vigile attesa, pur senza tachipirina di corredo.

Il solito tran tran ci ha travolti, nell’azzurro mare d’agosto e, come ogni anno, questa è stata l’estate più calda della storia. Poca roba, dicevamo, e tutta di normale amministrazione.

Lo scorso 8 agosto, il Papa ha emanato l’ennesimo motu proprio e questa volta Francesco cancella le prelature personali e le assimila ad “associazioni pubbliche clericali”. Quindi tutte le prelature personali spariscono. Peccato che, in realtà, ve ne fosse solo una, l’Opus Dei, eretta da San Giovanni Paolo II in ambito internazionale. Come è normale che sia, in continuità con la sua pia opera che già lo scorso anno aveva trasferito le prelature personali, dal dicastero dei vescovi a quella per il clero, così che l’attuale prelato, non ha facoltà di conferire l’ordine sacro a nessuno. Del resto i padri conciliari del Vaticano II, quando hanno votato il decreto Presbyterorum ordinis, n. 10, in cui per la prima volta nella storia vengono citate le prelature personali, pensavano ad associazioni cattoliche clericali, sullo stile delle bocciofile e per attuare i dettami del Concilio Vaticano II, per costruire qualcosa occorre prima demolire. Siamo quindi nella piena normalità, in piena continuità con quanto pensato, detto e fatto sia da San Giovanni Paolo II che da Benedetto XVI e smentendo i profeti di sventure che vedevano una qualche linea di rottura tra Francesco ed i suoi esimi predecessori.

Anche sul fronte editoriale e librario niente di nuovo.

Un generale, tale Roberto Vannacci, si è auto scritto ed auto pubblicato un libercolo dal titolo “Il mondo al contrario”. Visto che ha scritto quello che pensava è stato subito dimissionato dalla direzione dell’Istituto Geografico Militare, dove in realtà era stato già accantonato, vista l’importanza che ha l’istituto per il nostro sgangherato esercito, per uno che proviene dal comando della Folgore e dal Col. Moschin.

Qualcuno diceva che, per vedere chi comanda realmente, basta rendersi conto di chi sono quelli di cui non si può parlare male. Questo benedetto generale si è messo a dire la sua, pur senza offendere nessuno, su gender, LGBT, transessualità, immigrati, dittatura delle minoranze ed altro a ruota libera. A ruota libera ? Ma stiamo scherzando ? Dicendo che fare cose contro natura è …. contro natura ? Ma poi dov’è la novità ? Non ho ancora letto il libro del generale, ma la Bibbia si. Mi sembra che in più parti se ne parli e si dicono le stesse cose che dice il generale. Da Sodoma e Gomorra a San Paolo. Ha anche l’ardire di invocare la libertà di pensiero e di stampa garantita dalla nostra Costituzione ad ogni cittadino. Quando leggerò il libro sono certo che anche io concorderò su alcune tesi e dissentirò su altre, ma almeno fatemelo leggere senza metterlo al rogo insieme all’autore.

Il Ministro Crosetto,  parlando di “farneticazioni”, lo ha destituito dall’incarico in attesa di altri provvedimenti disciplinari secondo l’ordinamento militare. Qualcuno ha ricordato che il “Codice dell’ordinamento militare” (cosiddetto COM) all’ Art. 1472 recita: “I militari possono liberamente pubblicare loro scritti, tenere pubbliche conferenze e comunque manifestare pubblicamente il proprio pensiero, salvo che si tratti di argomenti a carattere riservato di interesse militare… “. Comunque piccoli abbagli costituzionalmente irrilevanti, perchè è più attuale e stringente il vecchio detto secondo cui “chi tocca i fili muore”.

Se è per questo, e rimanendo in ambito costituzionale, anche il nostro amato Presidente della Repubblica, che non si fa mancare nulla, ha avuto il suo momento di gloria. Ha giustamente redarguito il governo dall’evitare istituzioni di commissioni d’indagine su COVID, vaccini, sieri, green pass, morti sospette, indebiti confinamenti domiciliari et similaria. “Nessuno osi sovrapporsi al lavoro della Magistratura ed intralciarne il percorso” ha, più o meno, dichiarato il nostro amato Mattarella. Qualcuno, pensando a quanto male facciano le insolazioni ed agli effetti deleteri della calura estiva nell’estate più calda di tutti i tempi, gli ha ricordato che la Costituzione più bella del mondo prevede proprio le commissioni parlamentari per indagare su qualcosa che il Parlamento, nella sua sovranità, ritiene di interesse pubblico. Non si è neanche avuto il tempo di citare l’articolo di riferimento che il Governo ha rimandato a Settembre la discussione in merito. Poi si vedrà, nella speranza che il problema cada nel dimenticatoio.

Anche su questo fronte, quindi, niente di nuovo.

Ci sono state le solite commemorazioni, con il solito impegno a trovare i colpevoli, la solidarietà alle vittime e la magnificazione postuma dei servitori dello Stato, dopo averli isolati in vita. Si può scegliere su cosa meditare: dalla strage di Bologna a Via D’Amelio.

A dire il vero, per la strage di Bologna, quest’anno, il copione è stato un pò diverso. Invece di parlare delle vittime e dell’impegno imperituro di ricercare i colpevoli, si è disquisito di un tal Marcello De Angelis che ha ricordato che, fra le vittime non citate nella targa commemorativa della “strage fascista” c’è anche Nanni De Angelis, suo fratello, suicidato dopo un feroce pestaggio in una cella dove era stato portato con l’accusa di essere l’esecutore materiale della strage. Lui a Bologna neanche c’era, ma dalla questura passò al pronto soccorso e da li in cella da cui uscì morto impiccato e non sapremo mai se per mano propria o di altri. Il fratello Marcello ha criticato la sentenza dicendo espressamente che Fioravanti, Mambro e Ciavardini sono innocenti. Del resto Fioravanti e Mambro hanno confessato molti delitti, per cui sono stati processai e incarcerati, ma si sono sempre proclamati innocenti per Bologna, anche in modo accanito e documentato. De Angelis dovrebbe comunque essere libero di criticare una sentenza, anche se ormai passata in giudicato, su cui dovrebbe essere fatta completa luce desecretando i documenti tuttora segreti, anche con il dubbio che siano stati, nel frattempo, ripuliti o sbianchettati. La signora Cucchi, in un diverso contesto, ha potuto manifestare contro le sentenze assolutorie della polizia, riuscendo infine ad avere un pò di giustizia, Marcello De Angelis, invece no. Lo stesso De Angelis, pochi giorno dopo, ha dovuto chiedere scusa pubblicamente, e a mio parere ha sbagliato a farlo, per non perdere il posto di lavoro alla Regione Lazio. Anche in questo caso, come per il generale di cui sopra, la libertà di pensiero e di libera critica è un diritto costituzionale e non implica assolutamente il proprio datore di lavoro, che sia l’esercito italiano, la regione Lazio o un privato qualsiasi, che non ha alcun titolo, attivo o passivo che sia, per intromettersi nel proprio pensiero privato. Forse occorre avere uno speciale salvacondotto per poter commentare una sentenza. Forse si riferiva alla famosa “pista palestinese che da 43 anni ritorna ciclicamente d’attualità, ma anche questo attiene al giudizio storico, oltre che al libero pensiero. Proprio alludendo alla “pista palestinese”, l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga dichiarò di dover chiedere scusa all’MSI per aver dichiarato a caldo, da Presidente del Consiglio, che l’attentato era da attribuire alla destra fascista, mentre invece i responsabili andavano cercati all’estero. Lo stesso Cossiga, il 15 marzo 1991 ebbe a dichiarare che “la targa alla stazione di Bologna che definisce fascista la strage del 1980, va tolta”. Anche da sinistra sono stati più volte avanzati dubbi sulla correttezza delle condanne eseguite, arrivando a promuovere, da sinistra, un comitato: “E se fossero innocenti?”. Occorrerebbe quindi, se veramente si vuole rendere onore alle vittime di quel vile attentato, ricercare la verità oltre le sentenze già emesse e desecretare i documenti dell’epoca che chiudono tuttora le strade a chi voglia veramente ricercare la verità e rendere onore alle vittime dopo oltre 40 anni.

Sulle analoghe rievocazioni di Via D’Amelio, e di Capaci, non è il caso di perderci in inutili parole: anche quì nulla di nuovo. Stessa retorica e stesso occultamento dietro molte belle parole.

Pure a Genova il rituale si è ripetuto identico, come ogni anno, per le vittime del ponte Morandi. Qualche dimenticanza è da mettere nel conto del solito sol leone, vale a dire che dopo due anni il ponte è stato rifatto, ma il processo per accertare le responsabilità è ancora in alto mare. Intanto gli United Colours sono stati liquidati con 8,8 miliardi di Euro, oltre ai circa 3,4 miliardi che i Benetton dovevano allo Stato ed oltre ai pedaggi incassati , aumentati annualmente per ammodernamenti che non sono mai stati fatti. Forse potrebbe essere utile ricordare che la “privatizzazione” era stata voluta dal CdA dell’IRI con Gian Maria Gros Pietro come Presidente e fra i consiglieri un certo Mario Draghi. Che il Governo dell’epoca (1996-1998) era presieduto da un certo Romano Prodi e poi (1998-1999) dal seguente con a capo Massimo D’Alema e dal 1999 al 2000 con Sergio Mattarella come vice Predente del Consiglio e Carlo Azeglio Ciampi ministro del tesoro, bilancio e programmazione economica. Con tutti i media che all’unanimità osannavano i “capitani coraggiosi” della nuova rinascita italiana finita in macerie, ma ben rimborsata, dopo l’ultima proroga accordata, nel 2018, dal Governo Gentiloni fino al 2042 ed approvata dalla Commissione europea appena 4 mesi prima del crollo del ponte Morandi e dei 43 morti che pure qualcuno ha sulla coscienza..

Come già detto, tutto uguale sotto il sol leone.

Su fronte governativo la Presidente del Consiglio ha rivendicato a se stessa il merito di aver deciso di applicare la tassa sugli extra profitti delle banche con i relativi applausi di corredo visto che qualcuno, finalmente, riuscirà a far pagare alle banche l’usura istituzionalizzata che è stata finora loro consentita.

Al netto del fatto che la norma deve essere ancora approvata, al netto del fatto che Forza Italia sembra non sia d’accordo, al netto del fatto che è già arrivata una lettera dalla BCE che richiede chiarimenti al governo italiano in merito, al netto del fatto che questa letterina, sembra, sia stata sollecitata da parte italiana, forse da qualcuno del Ministero dell’Economia e Finanza con buona pace della compattezza e solidità del Governo Nazionale, io mi limito a dissentire dagli scroscianti applausi che i poveri tartassati continuano a fare all’annuncio di questo provvedimento.

Se in questo caso qualcuno può anche applaudire, è proprio sicuro che non sarebbe stato meglio seguire la strada della Francia che, a fronte dell’aumento dei tassi ha posto un tetto all’aumento dei mutui, invece di prevedere un ristoro, tardivo e parziale, per chi si è visto raddoppiare o  triplicare l’importo delle rate in corso?

Ma soprattutto, tornando al tema della libertà e della certezza del diritto, siamo sicuri che una norma come quella proposta, con la retroattività imposta, non farà in futuro da apripista per molte altre norme vessatorie che tramuteranno in penali da pagare le attività che fino a ieri erano virtuose ? La retroattività non deve mai essere consentita e non deve mai essere applicata, anche se in questo caso potrebbe far piacere che finalmente le banche siano chiamate in causa. Parliamo del futuro e non facciamo riferimento alla deleteria Legge Severino, applicata una sola volta contro un certo Berlusconi per allontanarlo dalla politica. Se domani decidessero che il limite di velocità in autostrada è di 100 Km/h, con effetto retroattivo, ed utilizzassero i filmati disponibili per recapitare carrettate di multe per eccesso di velocità, se decidessero, retroattivamente, che chi non ha un impianto fotovoltaico deve pagare l’energia elettrica il doppio, o altre simili amenità ? La libertà e la certezza del diritto va preservata a prescindere, anche se al momento può sembrare un provvedimento per riportare giustizia a sanatoria di una ingiustizia palese. Intanto sono già iniziate le discussioni ed i distinguo. Insomma, come si è ripetuto più volte, niente di nuovo, solite beghe all’italiana fra cui spicca il nuovo giochino estivo: salario minimo si – salario minimo no.

A dire il vero questo gioco non l’ho capito tanto, ma penso che, oltre al sol leone, sia una mia carenza endemica.

Allora: il salario minimo deve essere applicato al lavoro nero ? Nel mio piccolo penso che non sia questa l’area di applicazione anche perchè, essendo fuori legge, dovrebbe essere perseguito ed è un pò difficile regolamentarlo.

Si applica allora al lavoro regolare ? Ma se è così non ci sono gli accordi sindacali che fanno testo ? Le trattative, gli scioperi, le piattaforme e tutto il corredo di scorta non servono a questo ? Penso che ci sia anche la regola che, se qualche lavoro non è contemplato, si applica, in quel caso, il contratto più vicino in attesa di condurre una trattativa apposta e stipularne uno nuovo.

Ecco: se il panorama è questo, la sinistra e i cinque stelle vogliono che sia certificato che il sindacato non è servito a nulla, non serve a nulla, non svolge e non ha mai svolto il lavoro per cui viene osannato ? Ed i sindacati, almeno su questo, non hanno nulla da dire ? Strano che questo dubbio venga solo a me e, di certo, sono io che non ho capito come si svolge il gioco. Ce lo spiegheranno a settembre.

Intanto, per rimanere in ambito sindacale, con l’estate più calda di sempre, fioccano le interviste ai turisti che si recano a bere alle fontanelle pubbliche, ma non ho visto nessuna intervista a chi è rimasto a casa. Visto che, secondo il segretario della UIL, un italiano su 3 non va in vacanza, sarebbe bene anche ascoltare qualcuno di costoro, ma sembra che non sia previsto. Forse anche questo si inquadra nell’ipotesi che i sindacati non servono a nulla. Ce ne faremo una ragione.

Anche da fronte estero calma piatta.

Solito colpo di stato in Africa. Questa volta è toccato al Niger che, però, ha qualche particolarità: Vende alla Francia il 30 % dell’uranio che serve ad alimentare le centrali francesi. Visto che dopo la destituzione del Presidente in carica il popolo nigerino è sceso in piazza ad inneggiare ai militari issando cartelli contro i francesi ed osannando Putin, qualcuno si è mosso con preoccupazione. La Vittoria Nuland, che tanto bene ha fatto all’Ucraina prima del 2014, si è recata in Niger per parlare con i militari, ma sembra che non abbia ottenuto molto, visto il broncio con cui è tornata negli USA. Un gruppo di paesi africani ha dato un ultimatum alla giunta nigerina per rimettere al proprio posto il deposto Presidente, pena una invasione militare. L’ultimatum è scaduto e non se ne sà più nulla, anche perchè qualcuno ha fatto notare che 3 dei 4 paesi che dovevano guidare l’intervento per ripristinare la democrazia sono retti da governi costituiti a seguito di altri colpi di stato, come si usa da quelle parti, anche se quelli, però, erano colpi di stato buoni, visto che erano sostenuti da USA, Francia e Gran Bretagna. Adesso il Niger non vuole più avere a che fare con Macron. Forse l’Italia potrebbe essere l’unico paese al mondo a portare avanti una azione diplomatica neutrale, utile anche per fermare i flussi migratori. Ma queste campane sembra che non vogliano far sentire i loro rintocchi.

Dall’Ucraina analogo piattume. Prosegue la valorosa controffensiva di Zelenski, ma non vale neanche la pena parlarne, visto che non ne parlano neanche i telegiornali. Del resto basta vedere su cosa si tace per capire come vanno le cose. Infatti si parla molto dei missili russi. L’ultimo su un teatro, dove ha provocato 7 morti. Peccato non si dica che in quel teatro erano presenti i fornitori dei droni. Solito silenzio peloso, quindi, anche se stavolta qualcosa è trapelato anche nelle TV nostrane. Anche la NATO, intanto, inizia a ventilare che, forse, qualche concessione territoriale dovrà essere fatta. Vedremo. Intanto fa notizia che tra 4 – 5 mesi arriveranno a Kiev i primi F16. Appena sarà completato l’addestramento dei piloti. Anche su questo alcune dimenticanze agostane non dicono che qualche pilota ucraino era in addestramento da due anni ed ha potuto pilotare uno dei primi F16 già consegnati. Nonostante l’addestramento prolungato sembra sia stato abbattuto mezzora dopo il decollo. Non viene neanche detto che gli F16, ammesso che saranno consegnati, hanno la caratteristica di aspirare l’aria dal basso. Visto lo stato degli aeroporti ucraini, sarà un pò difficile farli decollare su piste asfaltate e su quelle in terra battuta i detriti che, inevitabilmente, aspireranno saranno sufficienti ad arrestare i motori e renderli inutilizzabili. L’alternativa, per i russi, potrebbe essere semplicemente di cospargere qualcuna delle piste forse agibili, con chiodi, bulloni, dadi o polvere di ferro che gli F16 aspireranno mandando arrosto i motori. Ma queste sembra che siano le armi segrete che Zelenski continua a richiedere a sua gloria e per la morte certa dei suoi concittadini.

Infine, tra tanto piattume, sembra che si muovano tempeste nel campo finanziario. Una società immobiliare cinese, la Evergrande sembra che sia entrata in crisi. Era già accaduto due anni fa, poi l’allarme era rientrato. Stavolta si starnazza a livello più elevato di prima ed anche una seconda società, la Country Garden, viene coinvolta a dimostrazione della volatilità e della fragilità dell’economia cinese che non riesce a costruire neanche case e condomini per i suoi cittadini che adesso stanno economicamente meglio che in passato, visto che crescono al ritmo del 6 – 8 – 10 % all’anno mentre le nostre crescono al ritmo dello zero virgola, quando non sono in negativo. Nessuno sa come faccia una società immobiliare cinese ad infettare l’economia mondiale e non viene neanche rilevato che, prima di ieri, nessuno conosceva la Country Garden. Insieme a questi dati vengono diffuse notizie negative sull’economia cinese in generale che crescerà “solo” del 5 %. A dimostrazione di come la potenza economica occidentale non ha eguali al mondo si sottolinea anche che il rublo russo è passato da 120 Dollari a 100, tanto che la banca russa ha indetto una riunione straordinaria per alzare i tassi contro la speculazione che stava attaccando la valuta moscovita.

In realtà tutte queste notizie hanno un unico fondamento ed un’unica data: il 22 agosto, quando a Durban i paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) lanceranno la loro nuova moneta internazionale legata alle materie prime ed all’oro, oltre che ad un paniere che conterrà le monete dei 5 stati fondatori e che iniziano tutte con la lettera “R”.

La speculazione non può attaccare il Yuan cinese, visto le interessenze cinesi negli USA, ed attaccano il Rublo, debole anche a causa della guerra e delle sanzioni in atto da anni, cercando di dipingere il Rublo come carta straccia. Ma i russi sono un pò più furbi di noi e sono corsi ai ripari, come avrebbe dovuto fare Prodi a suo tempo invece di accettare un cambio di 1937,26 Lire per un Euro. La nuova moneta, di cui nessuno parla, porterà a stravolgere l’economia mondiale. Del resto nessuno parla neanche della stessa riunione di Durban, in Sud Africa, che vedrà 3 intensi giorni di colloqui e decisioni che cambieranno l’assetto geopolitico mondiale.

Da questo fronte, dopo il 22 agosto, ne vedremo delle belle, visto che forse dovrà chiudere la stamperia a getto continuo di carta straccia colorata di verde della Federal Reserve, seguita a ruota da Euro, Sterlina e Yen giapponese.