TE

Maestra sospesa: libertà religiosa o laicismo?

avv.fontana iustitia in veritate Apr 15, 2023

Una maestra elementare viene sospesa per venti giorni per aver fatto fabbricare un rosario e aver fatto recitare un’Ave Maria a dei bambini di terza elementare durante un’ora di supplenza.

Siamo nell’Unione Sovietica di prima del ’91? O nella Cina popolare durante la rivoluzione culturale di Mao Tze Tung? No, cari amici, ci troviamo nei pressi di Oristano, in Sardegna, la maestra si chiama Marisa Frescangeli ed ha 58 anni! Siamo nell’Italietta del politicamente corretto, della omologazione al potere, dichiaratamente filoislamico e segretamente ma pervicacemente anticattolico, che non perde occasione per punire chi osa andare contro i dettami della narrazione dominante!

Tra l’altro questo gravissimo “fatto criminoso” (far recitare un’Ave Maria! Far costruire un rosario a forma di braccialetto! Ma dove siamo? In Vaticano? In un Istituto di suore angeliche? L’Italia è uno Stato laico, perdinci!) avviene l’ultimo giorno prima delle festività natalizie e riguarda bambini che in massima parte frequentano l’ora di religione; è bastato però che due mamme si lamentassero presso la locale Sovrintendenza per far scattare un avvio di procedimento disciplinare e poi, dopo due mesi e mezzo, la sospensione, dal 27 marzo al 15 aprile, con annessa decurtazione dello stipendio.

Certo, perché i regimi liberticidi agiscono principalmente sulle questioni economiche, per tentare di ridurre al silenzio chiunque si azzardi ad istruire cristianamente i bambini. Già nel ’68 si diceva: “colpire uno per educarne cento”; ma qui ormai siamo al “punire uno per educarne sessanta milioni”!

I mezzi di comunicazione ci stanno facendo il lavaggio del cervello sull’islam: viene comunicato l’inizio del Ramadan ma si tace completamente sulla Quaresima e sulla Pasqua, e tutto ciò che riguarda la Chiesa cattolica è coperto da un silenzio tombale.

Si vuole operare una sostituzione non solo del popolo italiano, ma anche del popolo cristiano, con l’islam, che permette un controllo sulle persone infinitamente più forte di quanto non permetta il cristianesimo.

Gesù Cristo, infatti, si rivolge alla nostra libertà e alla nostra ragione, e ci chiede una adesione volontaria e motivata, non una costrizione e una “inglobazione” in una comunità dalla quale è quasi impossibile uscire.

Alcuni sostengono che non sia giusto “indottrinare” i bambini, perché non hanno la possibilità di criticare o di opporsi e l’insegnamento dovrebbe essere “neutrale”. A prescindere dal fatto che lo sostengono coloro che si dichiarano atei o agnostici e che quindi hanno una visione ben precisa della realtà, la pretesa “neutralità” non esiste e sia i genitori che gli insegnanti comunicano ciò in cui credono. Non solo, ma lo comunicano anche senza parole, per osmosi: è inevitabile che l’educazione sia la comunicazione di ciò che si è e quindi di ciò che si pensa e in cui si crede.

Non è possibile un’educazione neutra e chi sostiene questo lo fa semplicemente per evitare la comunicazione di ciò su cui non è d’accordo. Mentre uno Stato veramente “laico” (e non “laicista”, ossia contro la religione) dovrebbe lasciar spazio all’espressione di sé anche in campo religioso.

La difesa della maestra Marisa perciò è una battaglia per la libertà religiosa, che è la “cartina di tornasole” di una società realmente democratica, come dovrebbe essere la nostra.

L’articolo 19 della nostra Costituzione, spesso citata parzialmente e strumentalmente, recita infatti: “Tutti hanno diritto a professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale ed associata, di farne propaganda e di esercitarne in pubblico e in privato il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”.