TE

Lorsignori ci riprovano. La Banda del Siero riparte

arrendersi all’evidenza attualità marco tosatti Aug 29, 2023

L’immagine del camice bianco con applicate le sponsorizzazioni è esemplare di come dietro la scienza si possa nascondere la scenzah, priva di coscienza.

 
Durante l’estate ho letto che negli USA i medici sono stati incentivati a vaccinare gli assistiti con un premio a crescere: per ogni dose hanno ricevuto un tot, ma questo tot era putacaso 10$ a dose se a vaccinarsi sono stati il 20% degli assistiti, 20$ a dose se il 40% etc a salire… Chissà se in Europa hanno pensato cose simili.
 
Nello spazio goliardico di un bestiario non starò a tediare con discorsi noiosi, ma un sassolino dalla scarpa me lo tolgo volentieri.
 
Lorsignori hanno avuto la sfrontatezza di confonderci fin dal nome che identifica il preparato poi inoculato.
 
Anche alle scuole medie si parla di mRNA come sostanza implicata nella sintesi proteica naturale.
Così un “vaccino a mRNA” suona bio e piace di più.
 
Tuttavia l’mRNA somministrato non è un banale RNA messaggero (come furbescamente si lascia intendere), bensì un modRNA (un RNA modificato mediante sostituzione dell’uracile con la metilpseudouridina) con la capacità di sfuggire al normale controllo che il sistema immunitario eserciterebbe sull’RNA.
 
Si è già detto che tecnicamente questi preparati non sono dei vaccini (non ne hanno le caratteristiche e poi si è visto che non immunizzano affatto), ma una terapia genica. E va beh, dirà qualcuno… che vuoi che sia.
 
Non proprio una bazzecola: non è la terapia che si dice e non è nemmeno ben chiaro che cosa sia, giocando sull’ambiguità di un modRNa diventato per i più mRNA.
 
Fisime da fissati? Dipende se vi par normale che i produttori, pian piano, ammettano che c’è la possibilità di modificare anche il DNA umano del soggetto ricevente l’inoculo (emerge dai FOIA di FDA e Pfizer).
 
Cioè il “messaggio” trasportato ovunque mediante le nanotecnologie applicate (ad esempio anche dove il virus non sarebbe entrato, cioè oltre la barriera ematoencefalica) non si limita a far produrre alle nostre cellule una certa versione (superata) della proteina spike codificata (facendone seguire una produzione anticorpale ad efficacia decrescente al mutare del virus) ma può avere conseguenze sul DNA!!
 
Ma allora… caspiterina! La tecnologia mRNa tanto decantata nasconde un cavallo di Troia che con Omero non ha in comune solo l’osso presso il quale viene somministrato quel preparato che si vorrebbe salvifico.
 
La “m” da mettere a fuoco non è l’iniziale di messenger/messaggero, ma di quella strategia molto astuta e negativa per il nostro sistema immunitario che si cela nell’abbreviazione “mod” di modificato.
Un ibrido le cui implicazioni sono ahinoi le scopriremo in futuro, pur avendo già seminato una scia di sofferenze e lutti sufficienti ad essere rilevate da chi non chiude gli occhi.
 
Il messaggio della terapia genica non si limita a far produrre proteine spike, ma purtroppo ha delle proprietà (tra cui l’ubiquità nel corpo, l’accumulo da veicolazione preferenziale in certi distretti e la durata della presenza, resa volutamente inattaccabile dal sistema immunitario) che rendono possibile un’interazione anche con il DNA, potendolo modificare.
 
Come troverete in un articolo che riferisce le affermazioni di un avvocato statunitense, Tom Renz, una cosa è un mRNA (sostanza labilissima, dall’emivita breve) e una cosa ben diversa è un modRNA (che invece labile non è e staziona sufficientemente a lungo da fare anche quel che in teoria non si vorrebbe).
 
C’è anche l’articolo apparso su Epoch Times, riferito al lavoro del biologo molecolare Klaus Steger, già ripreso su Stilum Curiae a puntualizzare questi rischi.
 
Giustamente è un problema che chiama in causa anche gli avvocati: perchè la scienza divenuta scenzah sulle parole ci marcia fino a sconfinare nella bugia, come quando una “terapia genica” diventa un “vaccino” senza esserlo.
 
Giova ripeterlo: il modRNA coinvolge tutte le cellule, incluse quelle sane. E glielo fa fare per più tempo di quanto non accadrebbe con un vero vaccino. Anche per più tempo di quanto accadrebbe a causa dell’infezione di un virus. E tutto succede anche in distretti anatomici dove il virus non entrerebbe.
 
Un mRNA non modificato verrebbe prontamente rimosso dal nostro sistema immunitario, mentre per il modRNA non è così. E durando più a lungo può innescare una serie di conseguenze non propriamente vantaggiose (la spike è infiammogena di suo!).
 
Nelle informazioni ricevute per dare un “consenso informato” molti malcapitati in buona fede possono non aver saputo che tecnicamente il “vaccino” è una “terapia genica” e che l’mRNA in questione è un modRNA le cui prerogative sono tanto più insidiose quanto più chi lo riceve diventa la cavia di un esperimento in anteprima.
 
Senza dimenticare che si è dato il consenso a prodotti spacciati semplicemente per “autorizzati” quando in realtà sono solo “autorizzati per uso emergenziale” (vedasi triangolino nero sui foglietti illustrativi).
 
E che tutta questa emergenza non ci fosse oggi è dimostrato dall’esistenza di cure altamente efficaci per il SARS-COV19, nonché dall’inutilità di fatto dell’inoculo che non ha protetto affatto da contagi, trasmissione e forme gravi e mortali della malattia in sé.
 
A tutto questo poi si sono aggiunti i dati di mortalità generale: perchè si muore di più di “tutto il resto” e qualche sospetto che l’organismo delle cavie sia stato un po’ minato dalla sperimentazione c’è.
 
Mi piacerebbe sapere quanti sono coloro che al momento della dose ne erano realmente consci.
 
Non riesco più a consolarmi con i bestiari, sapendo che c’è ancora chi spinge per ulteriori dosi (e mi domando che fine faranno le dosi inutilizzate e scadute, pagate dall’erario, sempre sparagnino su ogni altro intervento, ad esempio per aumentare la natalità, minata anche dagli inoculi: evidentemente tout se tient).