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«Lgbt discriminati», il Canada sconsiglia i viaggi negli USA

gender la nuova bussola quotidiana lgbtq luca volontè Sep 04, 2023

Il Canada boicotta i viaggi negli Stati Uniti, esplode il paradosso del giacobinismo Lgbt: l’America di Biden viene considerata pericolosa come Tanzania, Egitto, Uganda ma il vero problema per Trudeau sono i cittadini canadesi sempre più insofferenti alla tirannia arcobaleno.

Due settimane or sono era stata Melanie Joly, ministro degli Esteri del Canada, a ricordare in più occasioni l’avversione dell’attuale governo liberale verso i conservatori americani e annunciare che il suo Paese sta valutando un «piano» per rispondere alla possibile svolta a destra degli USA, in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno. «Stiamo certamente lavorando sugli scenari», ha dichiarato la Joly, «in generale, c’è il nostro piano di gioco, proprio per essere in grado di gestire quella che potrebbe essere una situazione piuttosto difficile».

Ebbene, non appena si è rafforzata nei giorni scorsi la posizione di Trump nei sondaggi contro Biden, è stato compiuto il primo passo della strategia antiamericana del governo Trudeau. Il Global Affairs Canada, ufficio per gli affari generali del Paese e per la sicurezza dei cittadini, ha aggiornato le sue informazioni per coloro che intendono viaggiare verso gli USA, avvertendo le persone Lgbt che alcune leggi statali potrebbero avere ripercussioni sui loro viaggi e la loro permanenza negli States. «Alcuni Stati hanno emanato leggi e politiche che possono discriminare le persone 2SLGBTQI+. Controllate le leggi statali e locali», prima di partire, si legge nel nuovo avviso, pubblicato martedì 29 agosto.

Ai cittadini canadesi si chiede di fare attenzione alle leggi che criminalizzano le attività e le relazioni tra persone dello stesso sesso e avvertono che le leggi che limitano il vagabondaggio e gli incidenti di disturbo pubblico potrebbero essere usate per prendere di mira i viaggiatori nel tentativo di «criminalizzare le persone 2SLGBTQI+». Questo acronimo arcobaleno include la sigla “2S” (two-spirit), che qui indica i nativi americani che credono di avere uno spirito sia maschile che femminile. L’avviso canadese non menziona alcuna legge o politica statale specifica, né suggerisce di stare lontani da uno Stato degli USA in particolare e dunque, paradossalmente, questo primo passo della strategia anti-repubblicana del governo canadese colpisce tutti.

La prima istituzione ad essere colpita da Trudeau è proprio il governo amico degli USA, dove siede quel Joe Biden, da molti considerato il più grande sostenitore dell’indottrinamento Lgbt e dei privilegi per le persone transgender. «Al di fuori del Canada, le leggi e i costumi relativi all’orientamento sessuale, all’identità di genere, all’espressione di genere e alle caratteristiche sessuali possono essere molto diversi da quelli canadesi», ha dichiarato il vice primo ministro Chrystia Freeland, commentando le ragioni che hanno portato alle modifiche sulle informazioni utili e sui pericoli per i viaggiatori canadesi che vogliono recarsi negli USA. «Ogni governo canadese, compreso il nostro, deve mettere al centro di tutto ciò che fa gli interessi e la sicurezza di ogni singolo canadese e di ogni singolo gruppo di canadesi», ha concluso la Freeland.

Secondo l’organizzazione Lgbt e abortista Human Rights Campaign, solo quest’anno ci sono stati più di 525 progetti di legge su questioni anti-Lgbt in 41 Stati americani e, al 5 giugno 2023, erano state firmate e divenute leggi statali oltre 76 proposte, più di qualsiasi altro anno e più del doppio rispetto all’anno scorso. In almeno 17 Stati americani si sono infatti approvate leggi che limitano o vietano il cambio di sesso per i minori, la partecipazione di maschi alle competizioni sportive femminili, le rappresentazioni pubbliche e scolastiche di travestiti e l’insegnamento dell’orientamento sessuale nelle scuole.

Paradossalmente, lo stesso Dipartimento di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti lo scorso giugno, con l’intenzione di penalizzare alcuni Stati USA governati dai Repubblicani, avevano avvertito che le «minacce di violenza contro la comunità LGBTQ+ stanno diventando sempre più frequenti e intense», fornendo a sua volta argomenti per il boicottaggio da parte del governo canadese di Trudeau. Il segnale inviato da Toronto a Washington è chiaro, ma per Trudeau la sfida è anche interna: una sfida tra gruppi Lgbt e conservatori canadesi, questi ultimi difensori della sessualità secondo natura, dei diritti dei genitori e del buonsenso.

È dei giorni scorsi, infatti, la decisione del governo conservatore dello Stato dell’Ontario di imporre a tutte le scuole il rispetto dei diritti dei genitori ad essere informati quando i loro figli desiderano usare nelle scuole un nome di sesso opposto al proprio. Stephen Lecce, ministro dell’Istruzione dell’Ontario, la provincia più grande del Canada, ha annunciato il 28 agosto che si devono «rispettare i diritti dei genitori e riconoscere che queste possono essere decisioni che cambiano la vita e penso che i genitori vogliano essere coinvolti in modo da poter sostenere i loro figli». Le dichiarazioni arrivano a pochi giorni dalla decisione dello Stato del Saskatchewan, che il 22 agosto ha adottato una nuova politica sul gender e sui pronomi, unendosi all’altro Stato conservatore del New Brunswick, a favore dei diritti dei genitori e del loro obbligatorio consenso quando gli studenti di età inferiore ai 16 anni vogliono cambiare i loro nomi e pronomi a scuola o anche iniziare il percorso illusorio per il “cambiamento” di sesso.

Nella folle competizione giacobina tra leader politici nordamericani per apparire i più favorevoli all’indottrinamento Lgbt, Biden e Trudeau stanno mostrando piccolezza e, soprattutto, la difficoltà nel governare la sacrosanta reazione delle popolazioni sempre più insofferenti agli eccessi e ai soprusi subiti in questi anni.