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La7, tv degli orrori: palate di fango sulla Comunità Shalom

la nuova bussola quotidiana riccardo cascioli suor rosalina ravasio Apr 17, 2023

Di seguito all'articolo trovate la risposta di suor Rosalina

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«Chissà, magari tutto questo fango che Piazza Pulita e Fanpage ci buttano addosso si rivelerà provvidenziale». In che modo? «Le menzogne sono talmente grosse che questo sistema di potere ne potrebbe rimanere sepolto. Intanto noi quereliamo Formigli e compagnia, questa volta sono andati proprio ogni limite». Il giorno dopo il processo mediatico imbastito dalla troupe di Corrado Formigli giovedì sera 13 aprile su La7, suor Rosalina Ravasio, fondatrice della Comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio (Bs), è più in forma che mai. E non sembra neanche pesarle la notte insonne, passata tutta a preparare la puntigliosa risposta alle accuse mosse da una pseudo-inchiesta di Fanpage condita con altri servizi e commenti in studio, che descrive la Shalom come “la comunità degli orrori”. Sei pagine fitte di note che documentano punto per punto menzogne e manipolazioni contenute nel servizio, e che pubblichiamo a parte per chi voglia approfondire i dettagli.

Il lungo spazio dedicato alla Comunità Shalom ruota attorno all’inchiesta che – dice il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato – nasce da una lettera ricevuta in redazione che denunciava i metodi di questa comunità terapeutica. E subito spara una prima menzogna, affermando che «per quattro mesi, la scorsa estate, una nostra giornalista sotto copertura ha lavorato in questa Comunità come volontaria, ha trascorso i giorni e le notti». L’ascoltatore ha così l’idea che «la giornalista sotto copertura» si sia davvero immersa nella vita della comunità e abbia scoperto chissà quali segreti, a parte l’incongruità di una estate che a Fanpage dura quattro mesi.

In realtà, risponde suor Rosalina, «è venuta poche settimane soltanto al giovedì pomeriggio e poi l’ho allontanata perché si comportava in modo strano». Cioè? «Si muoveva sempre tenendo le mani incrociate davanti ai genitali e aveva un atteggiamento sospetto». Intuizione giusta, visto quello che ha fatto. Si è presentata come Giorgia, una giovane bresciana che pensava di farsi suora; in realtà si chiama Chiara Daffini e nel 2022 è arrivata a Fanpage potendo vantare nel suo curriculum importanti inchieste come quella su cosa succede «quando slip e reggiseno non sono coordinati» o quella sul profilo psicologico di chi sceglie «panettone o pandoro». In ogni caso una grave scorrettezza deontologica e una violazione della legge sulla privacy e sul rispetto delle persone vulnerabili (vedi l’articolo di Razzante).

Nel filmato la Comunità Shalom è descritta come un vero e proprio luogo degli orrori, parola non a caso ripetuta più volte, «un luogo infernale» sottolinea Formigli, dove i pestaggi e le aggressioni fisiche e verbali sono all’ordine del giorno e si imbottiscono gli ospiti di psicofarmaci fino a trasformarli in zombie, e da dove è impossibile uscire una volta varcato i cancelli se non rischiando l’osso del collo buttandosi giù dai tetti.
Una narrazione che ovviamente genera a sua volta una serie di commenti sdegnati dagli ospiti in studio, Mario Calabresi, direttore di Chora ed ex direttore di Stampa e Repubblica, e lo psichiatra Leonardo Mendolicchio, che dà subito prova della sua professionalità emettendo una sentenza di condanna senza appello per la Comunità Shalom basandosi su un filmato a tesi: nessuna verifica sull’attendibilità delle testimonianze pur sapendo che in molti casi si tratta di soggetti psicologicamente fragili, nulla da ridire su una giornalista che strumentalizza persone con gravi problemi psichici per costruire il suo racconto; neanche un dubbio, solo fango, salvo poi concludere chiedendo pubblicamente di essere invitato alla Comunità Shalom per una sua indagine conoscitiva super partes: neanche il senso del ridicolo.

Ma la narrazione di un lager dove le persone vivono segregate e prigioniere contrasta con la realtà di centinaia e migliaia di ragazzi e adulti che in questi 38 anni sono stati salvati e reinseriti normalmente nella società, anzi che proprio grazie alla Comunità e alla rete sociale che la sostiene escono già con un lavoro; e quella di una sorta di bunker dove anche persone dall’esterno subiscono una perquisizione corporale per accedere alla Comunità contrasta con la realtà conosciuta da migliaia e migliaia di persone che frequentano Shalom: non c’è fine settimana che la Comunità non ospiti gruppi parrocchiali, associazioni, feste di matrimonio (e i nostri lettori sanno che da anni qui si svolge anche la Giornata della Bussola); sono stati ospitati recentemente anche decine di profughi ucraini e prima ancora quelli afghani; e non c’è giorno che non arrivino amici o persone desiderose di conoscere la Comunità.

Chiunque può testimoniare che non c’è alcuna perquisizione, che i cancelli sono sempre aperti per chi si presenta normalmente. Già, perché in studio la giornalista di Piazza Pulita, Sara Giudice, lamenta di essere stata lasciata fuori da questi cancelli invalicabili e sempre chiusi pur chiedendo di parlare con suor Rosalina come giornalista che voleva verificare alcune notizie. Peccato abbia dimenticato di dire che lei e un suo collega cameraman si sono appostati per due giorni nei campi adiacenti la Comunità e, quando la prima volta un operatore è uscito per chiedere se avessero bisogno di aiuto, ha detto che aveva la macchina in panne e stava aspettando il soccorso stradale. Solo al secondo giorno di appostamento non è stato possibile nascondere la vera identità, visto che stavano facendo riprese dall’esterno, violando ancora una volta la privacy. E pretendeva anche di essere accolta a braccia aperte.

Non solo, non paghi i due si sono recati nella vicina Pontoglio, nello studio dell’associazione Virgo Potens, dove i due psichiatri che lavorano all’interno della Comunità (eh già, dottor Mendolicchio, alla Shalom gli psichiatri ci sono e non hanno certo bisogno del suo aiuto) sono a disposizione anche della comunità locale: non sorprendentemente, perché una caratteristica della “comunità degli orrori” è quella di provvedere servizi anche per la popolazione della zona - oltre allo studio medico c’è anche un asilo nido gratuito – e sostegno alle comunità cristiane in Terrasanta e in Siria. Ebbene a Pontoglio i due inviati di Piazza Pulita hanno fatto ripetutamente irruzione nello studio mentre c’erano dei pazienti, al punto che si è dovuto chiamare i carabinieri per allontanarli.

Perché tante menzogne e tanta violenza? «La nostra realtà suscita molta gelosia e invidia – ci dice suor Rosalina -. Io qui lavoro duramente, faccio la sguattera ma sono orgogliosa di farlo per il Regno di Dio. E il fatto che da 38 anni il Signore mantiene questa comunità – e lo Stato non ci riuscirebbe – perché la Provvidenza di Dio dà vita alla vita, suscita molta gelosia. Perché non riescono a farci entrare nel circuito del magna magna». Suor Rosalina si riferisce al fatto che la sua comunità si regge soltanto sulla generosità dei suoi benefattori e volontari, non chiede rette e non ha alcuno aiuto da parte dello Stato, quando quello dell’accoglienza e delle comunità terapeutiche è normalmente anche un fiorente business.

E si capisce che una comunità come la Shalom, che ospita 250 tra ragazzi e ragazze, faccia gola a molti. «Alcuni anni fa – prosegue suor Rosalina – quando avevo chiesto la possibilità di ampliare la comunità per aprire il ramo femminile, mi fu detto dai politici che era più facile per loro darmi 500 milioni che non lasciarmi l’autonomia. Allora ho detto: preferisco l’autonomia ai 500 milioni; meglio poveri ma liberi che schiavi ma guidati da chi ti paga. A noi ci sostiene Dio». Formigli & co. sono avvisati.

 

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“LETTERA APERTA (anzi apertissima) AI SIGNORI:
CAIRO Urbano (Padrone di LA 7)
e FORMIGLI Corrado (conduttore di PIAZZA PULITA)”
PIAZZA “PULITA”???!
In questi giorni, abbiamo avuto fuori dal cancello della nostra Comunità due giornalisti, un uomo e una donna, che effettuavano riprese fuori dal cancello, per quanto possibile, su tutto l’interno visibile a occhio di telecamera, tentando di realizzare un contatto e possibilmente delle interviste coi ragazzi e le ragazze ospiti della nostra struttura!
Non che la cosa potesse crearci chissà quale problema, poiché la nostra Comunità è sempre aperta a tutti coloro che, onestamente, si qualificano ed esplicitano l’intento delle loro richieste!
Vi descrivo, invece, l’approccio avuto da parte di queste due persone, un approccio veramente surreale: ieri mattina sono stati trovati con la macchina - per quasi tutta la mattinata - fermi in un campo adiacente alla Comunità e, quando un operatore si è avvicinato per chiedere loro chi fossero e se avessero avuto bisogno di aiuto, la risposta data dai due, è stata che la macchina aveva un problema ed erano in attesa del soccorso stradale (il che, naturalmente, non era, assolutamente, vero)!!!
Poi, successivamente, hanno riferito, sempre senza identificarsi realmente, che erano due giornalisti e che stavano girando nelle Comunità della zona per raccogliere varie informazioni non meglio precisate (???).
Infine, ad un altro operatore, hanno detto di essere interessati alla recente visita del CT Mancini presso la Comunità, etc. e, nel frattempo, pur restando all’esterno del cancello, continuavano a filmare con le telecamere tutto ciò che accadeva, riprendendo l’interno della Comunità, compresi ragazzi e ragazze ospiti!
Incredibile! Solo dopo alcune ricerche sull’identità della giornalista, abbiamo saputo che apparteneva al team di “Piazza Pulita” (trasmissione in onda sul canale La7), giornalisti dunque a caccia di “articoli interessanti”, ma non necessariamente informativi.
Ma, mi chiedo: “Come può un giornalista pretendere di informare correttamente il pubblico se, a sua volta, volutamente e intenzionalmente mente sulla sua identità e sulle sue intenzioni?!!!”
Infatti, dopo due giorni di appostamenti con registrazioni e riprese furtive fuori dal cancello, hanno dichiarato di essere giornalisti, giunti sul posto poiché avevano avuto non meglio precisate notizie negative sulla Comunità!
Visto! Facile argomento per far presa e intrattenere lettori e telespettatori, andando alla ricerca di notizie rumorose, tendenziose e mistificanti! …sembra che, ciò che conti realmente a questo tipo di giornalismo rumoroso, non sia il percorso dei ragazzi e la loro salute, ma il creare uno scoop volante del momento!!!
Naturalmente, non possono sapere che la Comunità Shalom è stata girata e rigirata in questi anni, come si dice in gergo popolare, “come un calzino”, sia dai Tribunali, sia dalla Guardia di Finanza, sia dalla Polizia, etc.! …e che sono state messe telecamere, a nostra insaputa, che hanno registrato in modo ampio le aree della Comunità dove si svolgono le attività dei ragazzi e delle ragazze ospiti!
Di questo ringrazio il Signore, perché non tutto il male vien per nuocere! E per noi, quanto accaduto, è diventato un modo per mostrare apertamente a tutti, non solo la falsità delle accuse, ma la serietà e la correttezza a garanzia dell’operato proprio della nostra Comunità. Questo fatto, l’essere finiti sotto accusa e sotto stretto monitoraggio, paradossalmente ci ha procurato un mondo di bene.
La nostra realtà, totalmente gratuita, sia per i familiari degli ospiti che per lo Stato, e con oltre duemila volontari, suscita molte invidie e gelosie. Talora, infatti, siamo oggetto di cattiverie, soprattutto da parte coloro che vengono messi alla porta per la loro ambiguità personale ed etica e per l’utilizzo volutamente strumentale della Comunità, al fine dell’ottenimento di vantaggi secondari e di immagine sociale.
Tranquilli, signori Cairo e Formigli, so che “Voi siete Voi”, e “noi… siamo nulla”!
Tuttavia, non mi rivolgo a voi con atteggiamento reverenziale, semplicemente perché, per noi, non esiste nessuna ragione per nascondere alcunché!!! Il male, e soprattutto la menzogna, per loro natura, si nascondono sempre dietro l’anonimato. Si mascherano sempre…
Questa mistificazione, per voi, è forse informazione?!!!
Ricordo quando, anni fa, partecipando ad un convegno a Roma sui problemi che le comunità terapeutiche potevano incontrare nel territorio, rimasi impressionata da ciò che disse un giornalista (Burkard K. Muller), segnandolo sui miei appunti:
“Voi, delle comunità terapeutiche, raccontate a noi giornalisti le vostre esperienze… ma, non crediate che ciò possa cambiare il metodo di lavoro del giornalista, cioè di scrivere solo quello che pensa”.
E J. Moltman sostenva: “Soltanto chi è in grado di trattenersi, fa esperienza di qualcosa… soltanto chi mangia e beve lentamente, sa gustare ciò che mangia e beve!”
Con questa metodologia d’“indagine giornalistica”, il cui scopo principale non pare quello di dare informazioni corrette ma di fornire notizie volutamente “spettacolari”, è facile mettere alla gogna o in ridicolo le regole di una qualsiasi comunità.
Questo, secondo il mio modesto parere, carissimi dott. Cairo e dott. Formigli, la ritengo una violenza ed un sistematico abuso, non tanto nei confronti della Comunità stessa, ma delle singole persone presenti: ospiti, operatori e volontari!
Mai, la Comunità Shalom, e ripeto mai, ha alzato barriere verso l’esterno, anzi, nella nostra Comunità, ogni anno, vengono accolte migliaia di persone e, proprio in questi mesi, siamo frequentati da numerose scolaresche che, peraltro, alcune soggiornano e pernottano da noi anche più per giorni!!!
Mi chiedo:
- “fino a che punto si può spingere il Vostro diritto di giornalisti? Potete davvero filmare tutto e tutti …compresi ragazzi e ragazze affetti da disturbi psicopatologici, minori, soggetti sotto protezione da parte dei Tribunali, etc.”?
- “Voi giornalisti, potete superare e violare le categorie del permesso / non permesso?”
- “La vostra modalità d’azione, è o non è, una compressione e una violenta azione a danno della libertà e della sicurezza altrui?”
- Signor Cairo, se lei avesse un figlio/a in comunità, manderebbe una troupe televisiva a riprenderlo/a dal cancello, per poi sbatterlo in pasto ai Media?!!!
- Signor Cairo, dato che sembra essere il proprietario di questo canale televisivo così invasivo… abbiamo si o no, come Comunità, il diritto-dovere di proteggere tutti i nostri ospiti?
Non è un affare politico… l’obiettivo principale di tale vostra modalità non mostra alcun rispetto della dignità dei nostri giovani, affetti da gravi problematiche psicopatologiche e di dipendenza… e, neanche, sembra comprendere i gravi motivi per cui queste persone sono state accolte e inserite in Comunità.
Sembra che il vostro obiettivo dominante sia semplicemente fare i “sabotatori scandalistici” (tanto per essere educata), usando la fragilità dei ragazzi, per dar vita ad uno spettacolo da dare in pasto ai Media, a prescindere, naturalmente, dalla realtà dei fatti!
Ah… è proprio vero il famoso detto: “Ad astra per aspera”, si raggiungono le stelle attraverso le asperità.
Cari signori Cairo e Formigli, per noi Comunità Shalom l’obiettivo dominante, al contrario di Voi, rimane la riabilitazione dei nostri giovani nel pieno rispetto della loro dignità … Pur attraverso regole e modalità relazionali non sempre facili e indolori, in quanto, quando ogni limite – nella vita antecedente al percorso comunitario – era stato ampiamente superato e rifiutato… e tutto era permesso, la Comunità si trova spesso a fronteggiare condizioni e situazioni altamente critiche e dolorose, e, pertanto, non può presentarsi come un villaggio vacanze, ma come un luogo dove il progetto, l’impegno e la fatica, seria e continuativa, sono gli ingredienti essenziali!!!
Nonostante i vostri metodi arroganti e prevaricatori, con atteggiamenti
da inquisizione mass mediatica, noi continueremo, finché Provvidenza
vorrà, ad operare con fermezza, in gratuità e amore!!!
Suor Rosalina Ravasio