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La "macchina del fango" mediatico

attualità davide lovat May 04, 2023

Nemmeno il tempo di iniziare il dibattito e la riflessione sulle potenzialità pericolose di un uso cattivo dell'Intelligenza Artificiale ed ecco che subito se ne viene fuori l'onorevole Matteo Renzi, fresco direttore del giornale "il Riformista", con una trovata che avvalora i peggiori sospetti: pubblicare in prima pagina una foto artificiale di Marco Travaglio che chiede scusa in ginocchio.

Qual è il problema? Non ci sono già le vignette satiriche che fanno queste cose da sempre? Sì, ma non è la stessa cosa e spieghiamo il perché.

Nel mondo iperconnesso e social di oggi, la condivisione ripetuta di testi e immagini porta alla progressiva decontestualizzazione di un contenuto, in modo proporzionale al numero di condivisioni e al tempo che passa dal momento originale, al punto che dopo qualche settimana il materiale circola in rete senza che molti dei nuovi contatti ne conoscano la genesi e il senso vero. Finché si tratta di disegni o di frasi generiche brevi, poco male; ma quando si tratta di foto o di virgolettati, la loro decontestualizzazione ne può mutare il significato, addirittura stravolgendolo se si applica una calcolata strumentalizzazione.

Facciamo un esempio: prendiamo un video (o uno scritto) di 5 anni fa di una persona che si esprimeva su un dato argomento in un preciso momento, tagliamo una sola parte del discorso e la cuciamo in un video commentato da qualcuno che vuol far apparire quella persona in una cattiva luce. La gente sentirà il commento del narratore, vedrà il video del soggetto in questione con le parole preannunciate e debitamente commentate per confermare la tesi calunniosa, e finirà per credere a quel che ha visto e sentito, senza il minimo dubbio.

Abbiamo visto tante volte fare queste porcate, il caso più recente mi sembra quello contro la Comunità Shalom effettuato dalla trasmissione Presa Diretta. Io che sono stato ben tre volte presso due diverse strutture della Comunità Shalom, che ha ospitato dei convegni dove partecipavo come relatore, posso testimoniare che si tratta di una realtà virtuosa e che contro di essa è stata applicata la classica "macchina del fango". Ma io, in questo caso, sono un telespettatore privilegiato perché ho potuto conoscere direttamente la realtà in questione. Chi invece nulla sa della realtà e sente parlare per la prima volta della Comunità Shalom, e lo sente fare in quel modo fortemente negativo e accusatorio, potrà facilmente credere alla tesi proposta dalla TV. Se ci si pensa, è terribile.

Ed è terribile perché potrebbe accadere a chiunque utilizzi i social network, maggiormente se è una persona esposta mediaticamente. Io, per esempio, ho talmente tanto materiale in rete tra scritti, video, audio, che un delinquente (perché tale è chi calunnia) che con abilità volesse costruire su di me una narrazione gravemente denigratoria per diffamarmi, avrebbe buon gioco proprio a causa del fatto che la maggior parte delle persone non si ferma a ragionare, non vuole approfondire, ma gli basta avere una vittima da massacrare a buon mercato per sfogarsi qualche minuto e passare al prossimo video. Ma pochi minuti di sfogo moltiplicati per migliaia di persone sottopongono la vittima della diffamazione a un autentico massacro mediatico. Per questo chi diffama è un delinquente e per questo la calunnia, nel Catechismo, è considerata un peccato contro il Quinto Comandamento (Non uccidere) e non contro l'Ottavo (Non dire falsa testimonianza), perché non si tratta solo di una menzogna, ma proprio di una violenza morale e potenzialmente fisica.

Con questo cosa voglio dire? Voglio mettere dell'avviso almeno chi mi legge sul fatto di non prestare fede a video o documenti che improvvisamente infangano la reputazione di persone fino a quel momento irreprensibili. Mettiamoci sempre nei panni della vittima e ricordiamoci che ognuno è innocente fino a prova contraria, e la prova non è certo un video realizzato col taglia e cuci e senza contraddittorio; e nemmeno lo saranno delle foto apparentemente inequivocabili, perché con l'Intelligenza Artificiale possono venire confezionati contenuti falsi che sembrano veri, fatti apposta per fare del male a chi dà fastidio.

(nell'immagine il dipinto "La calunnia" del Botticelli)