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La formazione dell’uomo sovietico… in Occidente

dottrina sociale la nuova bussola quotidiana stefano fontana Aug 09, 2023

Nel 1994 usciva in Francia il libro dello storico, docente alla Sorbona e dissidente russo Michel Heller “La machine et les rouages. La formation de l’homme soviétique” (La macchina e gli ingranaggi. La formazione dell’uomo sovietico, Gallimard). Dal 16 al 17 febbraio 2023 si è tenuto a La Roche-sur-Yon (Francia) un convegno con lo stesso titolo per vedere se le modalità della formazione dell’uomo sovietico descritte da Heller fossero superate o ancora attuali nell’Occidente liberale. I risultati del convegno sono ora pubblicati in contemporanea sulle riviste: “Catholica” n. 157 e “Verbo” n. 615-616 a firma di Bernard Dumont. I risultati sono molto interessanti.

Heller mostrava nel suo libro come la formazione dell’uomo sovietico coincidesse con la distruzione dell’uomo naturale e religioso: «La religione, la famiglia, la memoria storica, il linguaggio sono annichiliti. La società è sistematica e metodicamente atomizzata, l’individuo è privato dei vincoli che aveva scelto, a beneficio degli altri stabiliti per lui e approvati dallo Stato. L’uomo si trova assolutamente solo davanti al Leviatano dello Stato».

Heller aveva insistito su due processi: 1) l’infantilizzazione e ideologizzazione delle masse; 2) la paura, la controeducazione nelle scuole, la corruzione, il controllo della cultura e del significato delle parole. Dobbiamo ritenere che il regime sovietico fosse brutale mentre il nostro è molto più liberale? Anche nell’Occidente liberale si sta verificando lo stesso processo con gli stessi strumenti, in un contesto di società “confusa” caratterizzata da un cambiamento costitutivo del ruolo dello Stato e da una tecnologia invadente che offre nuove possibilità al controllo delle masse.

La postmodernità presenta in Occidente fenomeni inediti, secondo Dumont: «La promozione di comportamenti antinaturali in tutte le forme immaginabili verso la manipolazione degli individui mediante l’uso metodico della paura, la disinformazione istituzionale, la sostituzione di quanto resta della cultura nazionale per impiantare la diversità etnica, culturale e religiosa, tutto questo dentro la coercizione statale, la propaganda mediatica e l’azione di minoranze attive che adoperano mezzi violenti».