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I sondaggi elettorali orientano il voto

attualità davide lovat Apr 24, 2023
Uno degli strumenti che il potere usa per mettere in piedi la rappresentazione teatrale chiamata "democrazia" è quello dei continui sondaggi sul consenso elettorale. Le rilevazioni a campione effettuate settimanalmente da diversi istituti accreditati istituzionalmente servono a fornire ogni giorno un dato nuovo e, a fine settimana, la "supermedia" tra tutti i sondaggi. Ma qual è lo scopo vero di questa attività continua?
 
Potrebbe essere utile ai partiti per capire se c'è consenso sul loro operato e per capire quali temi interessano all'opinione pubblica, ma questo tipo di informazione potrebbe benissimo restare riservata agli addetti ai lavori. Invece i sondaggi vengono proposti continuamente, quotidianamente, un giorno un istituto, poi l'altro, poi l'altro ancora, e infine la supermedia settimanale, e poi si ricomincia. Perché? Non è un campionato di calcio con la classifica in continuo aggiornamento, gli elettori devono esprimere nelle urne, a tempo debito, il loro sentimento politico. E allora?
 
Intanto potrebbe far piacere al Sistema proprio la riduzione del dibattito politico a una specie di "campionato del consenso" con i partiti come squadre per cui fare il tifo, gli esponenti politici come frontmen e influencer "campioni" delle singole "squadre", i talk show serali - pure quelli uno al giorno e a cadenza settimanale, con sondaggio annesso - come "campi di gioco" e il tutto intervallato dalla pubblicità, come intrattenimento televisivo dei cittadini che così stanno a casa davanti alla TV anziché riunirsi e confrontarsi in qualche contesto fuori controllo.
 
Inoltre, ed è la cosa più importante, si agisce su un meccanismo della psicologia di massa: la gente mediamente ha paura ad esporsi e ad andare contro corrente. Il conformismo è la più potente arma di controllo popolare che sia nelle mani del Potere. I sondaggi ripetuti, ossessivi, continuamente divulgati a mezzo TV e stampa, uniti al concetto antidemocratico di "voto utile" che considera sprecata la preferenza a partiti nuovi, servono per orientare gli elettori, sulla base del conformismo, verso i partiti del Sistema, come fanno i cani da pastore con le pecore verso i recinti.
 
Creando pertanto un contesto di "videoelettori" anziché di cittadini sovrani, ridotti a tifosi di "partiti del cuore", il consenso elettorale si ridurrà sempre più a "televoto" che per il momento si esprime ancora nelle urne, ma potrebbe già venire sostituito con il telecomando. In questo modo diventa difficilissimo far emergere formazioni politiche nuove, in primis perchè non hanno spazio in TV e in secundis perché la gente rimane a casa anziché riunirsi, conoscersi, confrontarsi su temi che vadano oltre il consiglio di quartiere o la riunione di condominio per mere questioni di vicinato.
 
Le persone che non accettano di farsi recintare nei "partiti di Sistema preconfezionati", quelli inseriti nella "classifica dei sondaggi", restano comunque escluse dalla possibilità di incidere nel processo decisionale, anche perché i proprietari del pascolo hanno introdotto nel frattempo leggi (obblighi di pesantissime raccolte di firme e di adempimenti burocratici) che rendono quasi impossibile la realizzazione di ricoveri o recinti diversi da quelli esistenti. E così si finisce per avere un corpo elettorale che è composto da "tifosi" che costituiscono lo zoccolo duro di ciascuna formazione politica, e poi di elettori che spostano il consenso di volta in volta verso la "squadra" tra quelle dell'area politica di riferimento che i sondaggi indicano come prioritaria, perché "votare i piccoli partiti non serve a niente" è ormai diventato un mantra tipico dell'elettore medio che così facendo nega la possibilità di crescere a nuove proposte provenienti dalla società.
 
Non c'è che dire: chi comanda sa bene come mantenere il potere e come tenere ai margini chi è veramente antisistema, favorendo tra l'altro finte liste antisistema, in realtà rigorosamente sotto controllo, che nei sondaggi sono tenute sempre appena sotto il limite dello sbarramento, tanto per non far nascere strane velleità.