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Giuda, Perché Gesù lo Ha Scelto

americo mascarucci marco tosatti Apr 08, 2023

Giuda Iscariota, chi era costui? Questa settimana è presente praticamente in tutti i brani evangelici letti ed ascoltati durante le celebrazioni liturgiche che raccontano gli ultimi giorni di vita di Gesù, da questi tradito e consegnato alle autorità per trenta denari. Giovanni parla di lui dicendo che era un ladro, teneva la cassa per conto della comunità degli apostoli e faceva la cresta sui soldi: al punto che quando Gesù è a cena a casa di Lazzaro e la sorella Maria di Betania gli versa sui piedi l’olio profumato che poi asciugherà con i suoi capelli, lui si indigna dicendo che quell’olio poteva essere venduto per poi destinare il ricavato ai poveri. Giovanni scrive che in realtà a Giuda dei poveri non interessava nulla, ma proprio perché ladro voleva incassare il ricavato dell’olio per poi rubarlo. Non è stato dunque difficile per Satana inserirsi in un animo così perverso, già predisposto a vendere chiunque in cambio di denaro.

E’ questa la spiegazione del tradimento di Giuda che invece molti cercano di ammantare di nobili intenzioni. C’è chi sostiene che Gesù sapesse sin dal principio che Giuda l’avrebbe tradito e che quindi lo chiamò a sé proprio perché doveva svolgere questo compito. C’è chi si spinge addirittura oltre e ispirandosi al cosiddetto Vangelo di Giuda arriva a dare credito alla tesi che sarebbe stato Gesù stesso a spingere Giuda a tradirlo, affidandogli questo compito perché lo riteneva il discepolo prediletto, quello destinato a dare compimento alle scritture.

Invece la verità è molto più banale di quanto possa sembrare ed è alla fine quella raccontata da Giovanni. Gesù non ha scelto Giuda per farsi tradire, lo ha scelto come tutti gli altri apostoli: non ha chiamato a seguirlo esseri perfetti, ma uomini con tutti i loro limiti umani, le loro debolezze, i loro difetti, le loro insicurezze. Sapeva benissimo che fra quei dodici c’era chi avrebbe potuto tradirlo, rinnegarlo tre volte, dichiarasi incredulo di fronte all’annuncio della resurrezione, scappare la notte dell’arresto e nascondersi per paura di finire sulla croce con lui.

Giuda lo ha tradito perché come detto era l’apostolo meglio predisposto a questo compito, perché il suo essere ladro, come scrive Giovanni, lo rendeva particolarmente sensibile al richiamo dei soldi, e Satana sapeva bene come conquistare la sua anima. C’è riuscito, ma poi ha lasciato Giuda solo con la sua disperazione. Una volta un teologo esorcista mi spiegò che il maligno agisce così, conosce bene le nostre debolezze, sa come colpirci, seduce e corrompe l’essere umano, lo porta a compiere il peccato, ma subito dopo lo abbandona, lo umilia, facendogli comprendere la gravità di quanto commesso, lasciandolo solo con la propria colpa, la propria angoscia, il proprio dolore.

E Giuda alla fine è rimasto solo con il suo rimorso e non ha creduto alla possibilità di essere perdonato. Se invece di impiccarsi fosse corso ai piedi della croce, avesse pianto amaramente Gesù lo avrebbe sicuramente perdonato, come ha perdonato Pietro per il suo rinnegamento e Tommaso per la sua incredulità. E come ha perdonato il ladrone che stava accanto a lui sulla croce, che prima come scrive Matteo lo insultava insieme all’altro, ma poi come invece riferisce Luca, negli ultimi istanti di vita riconosce Gesù come maestro e lo implora di non abbandonarlo. E Gesù gli assicura il paradiso. Ma Giuda non si è fidato di Gesù, della sua misericordia, ed è rimasto schiacciato dal peso del suo peccato. Gesù del resto l’aveva avvisato e nell’annunciare il tradimento aveva detto: “molto meglio per quell’uomo che non fosse mai nato”. Proprio perché sapeva che il rimorso lo avrebbe ucciso.

Ciò detto nessuno di noi può sentirsi titolato a puntare il dito contro Giuda, a giudicarlo, perché in fondo una parte di Giuda è presente in ognuno di noi. Chissà quante volte siamo stati dei Giuda nella nostra vita, forse senza neanche accorgersi di aver tradito o venduto chi ci stava intorno. Così come tutti noi siamo Pietro, e chi di noi quella notte per paura di essere arrestato e crocifisso non avrebbe negato di essere un discepolo di Gesù? Ma non per questo abbiamo perso l’amore del Padre che nonostante il triplice rinnegamento ha mantenuto a Pietro il primato e ha fondato su di esso la sua Chiesa.

Ecco, è proprio questa la grandezza di Gesù, aver scelto degli uomini deboli, dei peccatori come noi per dare testimonianza di lui, persone talmente semplici che di fronte all’annuncio della resurrezione hanno subito pensato che il corpo del maestro fosse stato rubato. E sta proprio in ciò la verità della resurrezione che purtroppo molti, anche dentro la Chiesa mettono in discussione, negando l’attendibilità del sepolcro vuoto e riducendo la resurrezione ad un mero simbolo. Invece è tutto vero, proprio perché ad annunciarla sono stati degli esseri umani che prima degli altri sono stati increduli, pur avendo vissuto al fianco di Gesù e aver ascoltato ogni sua parola. Avrebbero avuto la forza di affrontare il martirio per dare testimonianza di Cristo, loro che per primi lo avevano abbandonato e rinnegato per paura, se non fossero stati certi che Gesù è davvero risorto?