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DISFORIA DI GENERE – PARLANO I PROFESSIONISTI

lgbtq truereport Jun 16, 2023

Chi davvero è a rischio suicidio? Il disforico o il transizionato?

(TRANSIZIONE DI GENERE O SUICIDIO – 3a parte)

Nel nome dell’inclusione si cerca di fare in modo che il giovane non abbia un’identità definita. Molti genitori ignari di quanto accade e del motivo per cui accade, desiderano solo il bene dei propri figli, e li assecondano nel “desiderio” di procedere nella transizione di genere.

In questo viaggio iniziato con la prima parte di “transizione o suicidio” abbiamo potuto constatare che nella maggior parte dei casi del fenomeno della transizione è sempre più in aumento la disforia di genere tra i giovani, ed è da assoggettare ad un’influenza sempre più prepotente di associazioni, ONG e attori dal dubbio morale che supportano l’ideologia WOKE (risvegliati). Si è visto nel corso delle nostre pubblicazioni che ci sono dei grossi interessi finanziari a supporto di questo plagio della psiche dei giovani. Ad iniziare dai medicinali che portano in squilibrio il corpo umano inducendolo a comportarsi differentemente dal motivo per cui è nato, fino a scoprire il giro di miliardi che si fa sulla pelle delle vittime. Ormai è noto anche se non se ne parla sui media mainstream, per ovvie ragioni, che il tutto è solo un costrutto volto al MERCATO lucrativo.

Ma una cosa è certa, ovvero che castello di sabbia dell’ideologia di genere sta perdendo sempre più credibilità, sempre più detransizionisti, ovvero persone che hanno effettuato in passato la transizione parziale o completa che con le loro testimonianze dimostrano che l’ideologia di genere è un costrutto e molti i professionisti e premi Nobel che si schierano per la protezione dei bambini con dati di fatto, non con IDEOLOGIE.

Ora parlano i professionisti

Jamie Reed del Centro Pediatrico Transgender dell’Ospedale Pediatrico di St. Louis

Inizieremo con la testimonianza Signora Jamie Reed che ha motivato il procuratore generale del Missouri, Andrew Bailey per l’avvio di un’indagine nei confronti del Centro Pediatrico Transgender dell’Ospedale Pediatrico di St. Louis colpevole della rovina di minori presumibilmente diagnosticati con disforia di genere. Bailey ha dichiarato:

"Abbiamo ricevuto accuse inquietanti secondo cui il Transgender Center del St. Louis Children's Hospital ha danneggiato centinaia di bambini ogni anno, anche usando droghe sperimentali su di loro... stiamo indagando a fondo per assicurarci che i bambini non vengano #danneggiati da individui che potrebbero essere più interessati a un'agenda sociale radicale che alla salute dei bambini"

La Reed che ha trascorso la sua vita professionale fornendo consulenza a gruppi vulnerabili: bambini in affidamento, minoranze sessuali e poveri, con un sapore amaro in bocca ora si rammarica per aver creduto ciecamente in ciò che faceva senza guardare il lato oscuro ed ha detto che:

 

"Ho accolto circa un migliaio di giovani in difficoltà sono entrati dalle nostre porte. La maggior parte di loro ha ricevuto prescrizioni ormonali che possono avere conseguenze che alterano la vita, inclusa la sterilità."

ed ha continuato:

"Ho lasciato la clinica nel novembre dello scorso anno perché non potevo più accettare quello che stava accadendo lì. Quando me ne sono andata, ero certa che il modo in cui il sistema medico americano sta trattando questi pazienti è l’opposto della promessa che facciamo di “non fare del male”. Infatti stiamo danneggiando in modo permanente i pazienti vulnerabili affidati alle nostre cure"

Ha inoltre detto che fino al 2015 circa, un numero molto ridotto di questi ragazzi costituiva l’insieme dei casi di disforia di genere in età pediatrica. Poi, in tutto il mondo occidentale, è iniziato un drammatico aumento tra le ragazze adolescenti, molte delle quali senza precedenti problemi di identità di genere, che improvvisamente dichiaravano di essere transgender e chiedevano un trattamento immediato con testosterone. Ha detto che quando lasciò il centro circa il 70% dei pazienti erano ragazze, che a volte arrivavano in gruppi dalla stessa scuola superiore.

Vi consigliamo di leggere la sua testimonianza nella quale descrive con molti particolari scioccanti di come si procede in questi centri per la “cura” della disforia di genere per intero 
qui.


Christiane Nusslein-Volhard Premio Nobel per la medicina e la fisiologia

Non possiamo fare a meno di accennare al Premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1995 Christiane Nusslein-Volhard, biologa tedesca che a riguardo di questa ideologia ha detto chiaramente che sono tutte:

"Sciocchezze non scientifiche", e che "Tutti i mammiferi hanno due sessi e l'uomo è un mammifero", "C'è un sesso che produce le uova, ha due cromosomi X. Si chiama femmina. E c'è l'altro che produce lo sperma, ha un cromosoma X e uno Y. Si chiama maschio."

ha aggiunto il Premio Nobel in un’intervista con la rivista tedesca EMMA ed ha specificato che:

"Mentre ci sono animali che producono sia sperma che uova, come le lumache, e quindi possono creare prole senza doversi accoppiare, questo 'non cambia il fatto che ci sono due cellule germinali, uova e sperma, e quindi due sessi."

Senza contare la dichiarazione della Dottoressa Susan Bradley pioniere nel trattamento della disforia di genere infantile che ha affermato che l’industria medica trans sta danneggiando i bambini. Lei, psichiatra canadese e pioniera nel trattamento della disforia di genere infantile, si è opposta al modello per affermare l’identità transgender dei bambini e sottoporli a bloccanti della pubertà – una pratica di cui una volta era convinta sostenitrice, ora afferma “ci siamo sbagliati”.

Oltre 45 anni di esperienza

Nel 1975 la Bradley ha avviato una clinica pediatrica di genere per trattare i bambini con disforia di genere, in cui offriva un approccio incentrato sulla terapia; ha inoltre riscontrato che la maggior parte dei pazienti superava con il tempo la sensazione di essere transgender.

Intorno al 2005, questa clinica ha iniziato a prescrivere bloccanti della pubertà ai bambini con disforia di genere “per alleviare il loro disagio”, questo è un modello che da allora è stato ampiamente adottato da strutture mediche di tutto il mondo.

La Bradley, che ora ha quasi ottant’anni, ha espresso il suo rammarico per il fatto che la clinica abbia partecipato alla somministrazione di bloccanti della pubertà per la disforia di genere.

Ha sottolineato che possano consolidare il senso di confusione di un bambino, dal quale altrimenti potrebbe uscire.

Ha anche espresso preoccupazione per gli effetti collaterali dei farmaci.

Quali possono essere le conseguenze?

"Non sono irreversibili come abbiamo sempre pensato e hanno effetti a lungo termine sulla crescita e sullo sviluppo dei bambini, tra cui la sterilità e una serie di effetti sulla crescita ossea"

Ha anche detto che nei casi da lei trattati l’87,8%  dei bambini che hanno sperimentato la disforia di genere, di solito ne sono usciti e sono arrivati ad accettare il proprio corpo e il proprio genere prima di iniziare l’approccio di “affermazione di genere” e si identificavano con il sesso di nascita.

Numerosi medici hanno espresso il timore che i bloccanti della pubertà rendano permanente la temporanea confusione di genere nei bambini, consolidando la loro sensazione di essere effettivamente del sesso opposto, si è anche constatato che i farmaci impediscono anche l’aumento della densità ossea che normalmente si verifica durante la pubertà, e alcuni pazienti hanno problemi ossei per tutta la vita.


TRANSIZIONE O SUICIDIO – SFATIAMO IL MITO

Leor Sapir, ricercatore del Manhattan Institute

Leor Sapir, un ricercatore del Manhattan Institute che ha già sfatato la tesi della transizione o del suicidio, concorda sul fatto che non ci sono prove a sostegno di tali affermazioni

Dagli ormoni o si uccideranno” è un perfetto esempio di ciò che il Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie definisce una “spiegazione semplicistica” del suicidio. Il Centro avverte che tali spiegazioni possono a loro volta alimentare il comportamento suicida

È noto da tempo che il suicidio è socialmente contagioso, quindi tutte le linee guida per la prevenzione del suicidio consigliano estrema cautela quando si riporta un suicidio. Secondo il CDC, la probabilità di contagio da suicidio aumenta quando personaggi pubblici e media presentano spiegazioni semplicistiche. Sapir spiega che mentre i bambini che si credono transgender corrono un rischio più elevato di suicidio e suicidalità, tale rischio rimane estremamente basso. Sottolinea inoltre che non ci sono prove di un’epidemia di suicidi tra i cosiddetti bambini trans prima che fossero disponibili l’affermazione e il cambio di sesso medico.

I bambini trans sono suicidi?

Inoltre Sapir ha spiegato che:

"Inoltre, la maggior parte dei bambini che cercano servizi di transizione hanno problemi di salute mentale concomitanti che sono essi stessi fattori di rischio per il suicidio/suicidalità (ad esempio, autismo, disturbo bipolare, depressione ) e che molto spesso vengono diagnosticati *prima* che sorgano problemi di genere"

Sapir cita uno studio statunitense che ha rilevato che il 71% dei maschi transidentificati e il 75% delle femmine transidentificate avevano ricevuto una precedente diagnosi di salute mentale, uno studio finlandese che mostra cifre simili e uno studio britannico della clinica di genere Tavistock che ha rilevato oltre la metà dei pazienti aveva una diagnosi preesistente di ADHD o autismo, entrambi noti fattori di rischio per pensieri suicidari.

Se 'i bambini trans sono suicidi', ciò potrebbe essere dovuto al fatto che i bambini autistici, che hanno tassi più elevati di pensieri e comportamenti suicidari, hanno maggiori probabilità di identificarsi come trans. Correlazione/causalità?", suggerisce Sapir.

Secondo Sapir, la ricerca che mostra alti tassi di suicidalità tra i giovani che si identificano come transgender è “fuorviante” perché confronta i giovani trans-identificati con i giovani non trans-identificati, quando “quest’ultimo gruppo non ha gli stessi profili di salute mentale.”

È un confronto tra mele e arance“, sottolinea giustamente.

"Un confronto tra mele e mele sarebbe tra giovani trans ID e giovani non trans-ID * con * profili di salute mentale simili"

…ha affermato Sapir, prima di citare uno studio sui giovani in Canada, Paesi Bassi e Regno Unito, che ha fatto proprio questo e ha trovato pochissime differenze nella suicidalità tra i due gruppi.

"Ho scoperto che la suicidalità era più comune tra le donne con ID trans rispetto ai maschi e, cosa più importante, che se confrontata con adolescenti clinicamente riferiti (ma * non * trans-ID), le disparità nei pensieri e nei comportamenti suicidari diminuivano considerevolmente"

ha detto Sapir.


Riitta Kaltiala, capo psichiatra presso la clinica di genere Tampere U in Finlandia

Da quanto emerge, il mito della “TRANSIONE o SUICIDIO” non è cosa provata bensì creato dagli attivisti e Lobbi TRANS ed infine ci sentiamo in dovere di riportare quanto ha esortato la Dottoressa Riitta Kaltiala, capo psichiatra presso la clinica di genere all’Universitá di Tampere in Finlandia dal 2011.

La Dottoressa Riitta Kaltiala, è uno dei massimi esperti finlandesi nel campo della medicina di genere ed ha dichiarato che il discorso di ” transizione o suicidio ” promosso dagli attivisti trans che sostengono i cambiamenti sessuali dei bambini sia “disinformazione intenzionale” e “irresponsabile“.

La dottoressa Riitta Kaltiala, capo psichiatra presso la clinica di genere Tampere U in Finlandia, ha fatto i commenti durante una recente intervista con uno dei principali giornali del paese. Dice che suggerire che i bambini e gli adolescenti si suicideranno se non avranno accesso a procedure sperimentali di cambio di sesso “è una disinformazione intenzionale, la cui diffusione è irresponsabile“, ha affermato Kaltiala.

Kaltiala ha aggiunto che prima che le cliniche di genere offrissero procedure di cambio di sesso ai bambini, il tasso di suicidi tra questa popolazione vulnerabile era estremamente basso, e ha sottolineato uno studio svedese a lungo termine che ha riscontrato che il tasso di suicidi completati è alto tra le persone che si sono sottoposte a un cambio di sesso medico.

 

"Non è quindi giustificato dire ai genitori di giovani affetti da transgenderismo che il giovane è a rischio di suicidio senza trattamenti correttivi e che il pericolo può essere evitato con trattamenti di riassegnazione del sesso", 

…ha concluso Kaltiala.

"L'equilibrio mentale non si ottiene facendo fare e vedere agli altri ciò che si vuole".

Nella sua dichiarazione al comitato socio-sanitario , ha ritenuto che potrebbe essere meglio che non vengano avviati trattamenti fisici sulla base dell’identità di genere prima dell’età adulta.

 

Aggiornamento

Segni di vittoria per il buon senso

Negli ultimi anni, nella controversa vicenda sull’abuso degli ormoni per la soppressione della pubertà nei minori che “soffrono” di disforia di genere, l’Inghilterra ha cambiato spesso parere. Da una parte la legge, come quella del gennaio 2021 con cui l’ Alta Corte aveva interrotto l’uso dei bloccanti della pubertà per i minori di 16 anni poiché secondo i giudici “è improbabile che i minori di 16 anni siano abbastanza maturi da dare il consenso informato per i bloccanti della pubertà”, dall’altra i sostenitori dell’ideologia di genere che supportano le aziende farmaceutiche produttrici di questi medicinali, come la World Professional Association for Transgender Health (WPATH) che si sono schierati contro questa sentenza.

Come spesso da noi riportato, trattare i bambini con bloccanti della pubertà – come hanno fatto il Tavistock e il Sandyford – è procedura sperimentale, senza comprovati benefici a lungo termine e comporta enormi rischi per i bambini altrimenti sani.

Il caso era stato sollevato da Keira Bell, una donna di 23 anni che ha iniziato a prendere bloccanti della pubertà quando aveva 16 anni, dopo essere stata indirizzata al Tavistock Centre di Londra. È passata ai farmaci ormonali incrociati, incluso il testosterone e, infine, alla chirurgia prima di abbandonare la transizione.

Fatto sta che come spesso si dimostra gli interessi sono molti.

Nel settembre 2021 questa sentenza fu ribaltata dalla Corte d’appello.

L’appello fu presentato dal Tavistock Trust, che gestiva una clinica per l’identità di genere giovanile del Regno Unito.

I giudici della Corte d’Appello affermarono di riconoscere “le difficoltà e le complessità” della questione, ma che “spetta ai clinici esprimere il proprio giudizio sapendo quanto sia importante che il consenso sia adeguatamente ottenuto in base alle particolari circostanze individuali”.

Ora, dopo tutti questi ribaltamenti e sperimentazioni sui giovani (che purtroppo, come sappiamo si lasciano manipolare facilmente), ed aver alimentato questo sporco mercato e certi che tutto il lavoro di informazione che stiamo facendo a livello mondiale in nome della protezione dei bimbi, anche gli enti statali come il NHS si sentono in obbligo di adeguare le loro linee guida per accogliere il dissenso e riacquistare la fiducia delle popolazioni nella scienza e non sull’ideologia.

Questa per noi è una vittoria!

L’NHS England (Regno Unito) fa un passo indietro per limitare i bloccanti della pubertà nei bambini

Venerdì 9 giugno 2023 l’NHS England ha pubblicato una specifica di servizio provvisoria per i servizi specialistici sull’incongruenza di genere per bambini e giovani, per supportare i fornitori della Fase 1 nello sviluppo dei loro nuovi servizi. La consultazione pubblica su questa bozza di specifiche di servizio provvisorie si è svolta sul sito web dell’NHS England per 45 giorni, dal 20 ottobre al 4 dicembre 2022.

Il risultato è duplice: gli ormoni non saranno commissionati di routine ai giovani e minori con disforia di genere e sarà  istituito un nuovo comitato nazionale di supervisione della ricerca sulla disforia di genere per bambini e giovani che ha ora approvato lo sviluppo di uno studio sull’impatto die bloccanti della pubertà.

Tradotto automaticamente da browser
"Abbiamo già chiarito, anche nella bozza di specifiche di servizio provvisorie che abbiamo consultato, l'intenzione di commissionare al Servizio Sanitario Nazionale gli ormoni per il controllo della pubertà solo nell'ambito della ricerca clinica. Questo approccio segue il parere della Revisione Indipendente del Dr. Hilary Cass che evidenzia le significative incertezze che circondano l'uso dei trattamenti ormonali. 
Stiamo ora effettuando un test mirato con gli stakeholder su una politica clinica provvisoria che propone che, al di fuori di un contesto di ricerca, gli ormoni per la soppressione della pubertà non vengano commissionati di routine per i bambini e gli adolescenti che presentano incongruenza/disforia di genere."

Ciò che sembra un’utopia ma è la triste evidenza dei fatti, è che fino ad oggi in Inghilterra questi medicinali sono stati venduti ai minori sulla base di un’ideologia e non su quella della scienza!

Quali Nazioni rivedranno le loro linee guida?

Dipende da noi, il popolo che si schiera contro questa malata IDEOLOGIA


CONCLUSIONI

 

Nazioni come la Finlandia, la Svezia e l’Inghilterra che hanno eseguito revisioni sistematiche delle prove per la cosiddetta cura che afferma il genere, incluso l’esame dell’affermazione che riduce il suicidio, sono tutte giunte alla stessa conclusione: le prove sono di qualità molto bassa.

Questi risultati hanno portato ogni paese a frenare l’esperimento medico sul cambiamento di sesso infantile e tornare a un approccio psicoterapeutico più cauto al trattamento di questi bambini e adolescenti.

In sintesi, il comportamento e i pensieri suici SONO elevati tra i giovani trans-identificativi, ma l’evidenza che sia A CAUSA DEL genere “non confermato” e quindi gestibile SOLO ATTRAVERSO ormoni e interventi chirurgici semplicemente non c’è.

“TRANSIONE o SUICIDIO ” è un classico errore di correlazione/causalità o interessi.

A voi le conclusioni

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