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Da Bologna a Chiavari, la lobby Lgbt in seminario. E Zuppi tace?

la nuova bussola quotidiana lgbtq tommaso scandroglio Jun 14, 2023

Dalle veglie pro gay e trans nelle chiese, agli incontri formativi gay friendly nei seminari. “Una storia d’amore mette in crisi o in cammino la Chiesa oggi?” è il titolo dell’incontro promosso dall’Ufficio della pastorale familiare della Diocesi di Chiavari e che si è tenuto ieri sera presso il Seminario di Chiavari. Ovviamente si sta parlando di “amore” omosessuale e ovviamente il vescovo è a favore. «In questo tempo sinodale la nostra Chiesa diocesana desidera mettersi in ascolto di storie affettive dentro un cammino di fede - spiega don Marco Torre, direttore dell’Ufficio per la pastorale della famiglia della Diocesi di Chiavari -. L’ascolto di una storia può spiazzare e mettere in crisi e per questo ci muove, ci apre». Ci apre all’eresia, aggiungiamo noi.

Sono intervenuti la coppia omosessuale Pietro Morotti e Giacomo Spagnolli, Beatrice Sarti con il marito Giampiero, presentati come “genitori di un ragazzo omosessuale”, e don Gabriele Davalli, in trasferta in Liguria dato che è il direttore dell’Ufficio Famiglia della Diocesi di Bologna. La biografia di questi relatori ci farà comprendere meglio la portata dinamitarda di questo incontro.

La coppia gay di cui sopra si è unita civilmente nel comune di Budrio (BO) nel giugno del 2022 e subito dopo si è recata nella chiesa del paese per una “Messa di ringraziamento e affidamento” celebrata proprio dal già citato don Davalli (qui un approfondimento). Sia la coppia gay che i coniugi Beatrice e Giampiero, bolognesi anch’essi, fanno parte dell’associazione Lgbt Tenda di Gionata, emanazione del Progetto Gionata che promuove il cosiddetto “matrimonio” gay e le adozioni a favore delle coppie omosex. La Tenda di Gionata, in occasione delle elezioni del 25 settembre 2022, ha aderito all’appello “La Strada dei Diritti”, il quale chiede ai politici il «matrimonio egualitario, l’accesso all’adozione per single e coppie dello stesso sesso, anche non sposate, a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere; il riconoscimento dei figli e delle figlie alla nascita, e di quelli già nati, alle coppie dello stesso sesso, anche non sposate; l’accesso ai percorsi di PMA [procreazione medicalmente assistita] alle donne single e alle coppie di donne, anche non sposate; l’estensione della legge Mancino-Reale contro il razzismo e gli altri crimini d’odio, […] anche alle violenze e alle discriminazioni motivate da orientamento sessuale, identità di genere, sesso, genere e disabilità [ossia il Ddl Zan]; l’introduzione strutturale dell’educazione sessuale, affettiva e al consenso, in tutte le scuole di [ogni] ordine e grado; il riconoscimento dell’identità di genere; il No alle “terapie riparative”; [la tutela delle] persone intersex; [e, infine, anche se non c’entra direttamente con il mondo Lgbt, vengono chieste] misure a sostegno della piena applicazione della legge 194/78».

Questi sono i principi a cui si ispirano i relatori di ieri sera, principi in netta antitesi con la dottrina cattolica. Ma non è tutto. Il Progetto Gionata, a cui aderiscono i relatori laici appena nominati, fa parte del Forum Europeo dei Gruppi Cristiani Lgbt il quale, tra le altre cose, si è battuto presso il Consiglio d’Europa, al quale è accreditato, al fine di legittimare la pratica dell’utero in affitto. I coniugi che hanno parlato ieri sera fanno parte anche della 3volteGenitori, rete di genitori con figli Lgbt affiliata alla Tenda di Gionata. La Rete ha aderito all’European Network of Parents of Lbgti+ Persons: questa associazione si è fatta promotrice presso il Consiglio d’Europa e presso il Parlamento europeo di diverse iniziative arcobaleno tra cui alcune tese, ancora una volta, alla legalizzazione della maternità surrogata. Nell’ottobre del 2022 la rete 3volteGenitori, tramite una lettera aperta, comunicò la sua solidarietà a don Giulio Mignani, sospeso a divinis a motivo delle sue posizioni a favore di omosessualità, aborto ed eutanasia, criticando tra l’altro il Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede che vietava le benedizioni alle coppie gay.

I sacerdoti della diocesi di Chiavari sono particolarmente sensibili alle tematiche Lgbt, tanto è vero che alcuni di loro, lo scorso 16 maggio, hanno partecipato alla Veglia per un mondo senza omotransfobia organizzata a Genova dal gruppo Bethel, veglia che si inseriva in una serie di iniziative analoghe promosse sempre dalla Tenda di Gionata.

Tutti i relatori sono bolognesi. Pare dunque di assistere ad una vera e propria spedizione bolognese per catechizzare la diocesi di Chiavari. Aspetto curioso di tutta questa vicenda è anche il seguente: in quel di Bologna esiste ormai da tempo un gruppo di sacerdoti simpatizzanti della causa arcobaleno che pare faccia capo al gesuita padre Giuseppe Piva, anche lui residente nel capoluogo della regione Emilia Romagna. Il 6 giugno 2016, ospite della trasmissione Il diario di Papa Francesco su TV2000, padre Piva affermò, relativamente alle coppie gay, che «anche queste sono famiglie». Padre Piva è noto per tenere alcuni incontri Lgbt secondo lo stile della Tenda di Gionata. Inoltre, nell’estate del 2021 sottoscrisse un appello redatto dalla Tenda di Gionata per l’approvazione del Ddl Zan, appello sottoscritto anche dalla coppia di genitori che sono intervenuti ieri sera nel Seminario di Chiavari.

Il quadro sin qui descritto si può riassumere in una espressione: lobby Lgbt. Infatti abbiamo gruppi organizzati che, presenti in modo capillare sul territorio, lavorano in rete tra loro, supportando rivendicazioni in netto contrasto con il Magistero della Chiesa proprio al fine di ribaltare la sana dottrina in materia di omosessualità e transessualità. A tal proposito, la scelta di tenere questa iniziativa presso il Seminario di Chiavari è assai significativa: si vuole un cambio radicale nella dottrina passando prima dalla pastorale e la richiesta assume carattere spiccatamente ecclesiale. Ciò che nel presente caso insospettisce non poco sta nel fatto che questa lobby fa base a Bologna, sotto le finestre del cardinal Zuppi, arcivescovo di quella città, nonché presidente della Cei. Facciamo altresì notare che la trasferta dall’Emilia Romagna in Liguria non è stata censurata da Zuppi. Silenzio assenso?