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Coppie gay e figli, meglio non riconoscere il padre biologico

gender la nuova bussola quotidiana lgbtq omogenitorialità tommaso scandroglio utero in affitto Aug 14, 2023

«Il Comune di Milano potrà finalmente riprendere la trascrizione degli atti di nascita di minori nati all’estero con due papà, anche con la sola indicazione del genitore biologico». Questo è quanto ha dichiarato Giuseppe Sala, sindaco di Milano, in un recente videomessaggio.

Il primo cittadino di Milano aveva domandato al Ministero dell’Interno se fosse stato possibile trascrivere almeno la genitorialità del padre biologico in quegli atti di nascita redatti all’estero e richiesti da coppie gay maschili. Il Ministero ha risposto positivamente. Sala ha aggiunto che gli accertamenti sulla paternità biologica del richiedente saranno in capo al Comune. In tal modo il Comune di Milano potrà riprendere le trascrizioni di figli di coppie gay stoppate mesi fa dal prefetto.

Soluzione positiva o negativa? Ci sono entrambi gli aspetti. Su un primo versante è positivo che sia riconosciuta per legge la paternità, perché ogni bambino ha diritto a vedere riconosciuto giuridicamente il proprio padre. Su un secondo versante questo passo sarà usato per riconoscere anche l’altro membro della coppia gay, inizialmente con la stepchild adoption – pratica ormai consueta perché suggerita da ampia giurisprudenza – e un domani tramite il riconoscimento diretto, quello permesso al sindaco Sala per il solo padre biologico. Quindi il riconoscimento del solo padre biologico aprirà al riconoscimento della doppia omogenitorialità.

E dunque, riconoscere o non riconoscere? La soluzione migliore, in questo caso, passa dal non riconoscere nemmeno la genitorialità biologica. Questa soluzione produrrebbe due effetti positivi. Il primo: se le coppie sapessero preventivamente che né l’uno né l’altro membro della coppia potrebbe mai diventare genitore del bambino, ciò sarebbe un forte deterrente per le coppie stesse, relativamente alla scelta di ricorrere all’estero all’utero in affitto e alla fecondazione eterologa.

Ma così ci andrebbero di mezzo i bambini, qualcuno potrebbe obiettare. Sì, ci andrebbero di mezzo loro, ma non per colpa dello Stato, ma per colpa del padre, perché non è sempre sbagliato che le colpe dei padri ricadano sui figli. I primi sono responsabili dei secondi: da che mondo è mondo gli effetti delle decisioni dei genitori investono i figli e questo richiama ad un forte senso di responsabilità in capo ai genitori. Qualora, quindi, non fosse riconosciuta nemmeno la genitorialità biologica, il figlio, che dovrebbe essere dato in adozione, dovrebbe prendersela non con lo Stato italiano, ma con il padre che ha violato le leggi morali e civili. Non deve e non può essere lo Stato a mettere una pezza alle malefatte di padri e madri.

Anche una volta era pressoché impossibile riconoscere i figli incestuosi, sia perché si evitava così di riconoscere l’esistenza di una famiglia di tipo incestuoso sia per disincentivare questa pratica. Ma oggi con la riforma della filiazione del 2012 e del 2013 – governo Monti – anche il bambino nato da incesto può diventare figlio legittimo a tutti gli effetti. Quindi per lo Stato, oltre alla famiglia naturale, esiste ora anche la famiglia contro natura.

Il secondo effetto positivo nel non riconoscere nemmeno il padre biologico, membro di una coppia gay, sarebbe quello di evitare che il minore cresca all’interno di una relazione dove manca la figura materna. Condizione foriera di rilevanti danni psicologici e sociali in capo al minore (clicca qui per un approfondimento). In un contesto normale, i servizi sociali interverrebbero per togliere il minore da un ambiente che comprometterebbe così severamente la sua crescita. Dunque il divieto di riconoscere la paternità biologica sarebbe in consonanza con questo tipo di interventi che oggi, naturalmente, sono vietatissimi dal mainstream.