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C’è una guerra culturale e valoriale: dalla cancel culture alle giovani menti addomesticate

antonella paniccia cancel culture informazione cattolica Mar 13, 2023

TERRIBILE PRENDERNE ATTO MA VIVIAMO IN UNA SOCIETÀ CHE DISEDUCA, CHE IN MILLE MODI DIFFERENTI, QUOTIDIANAMENTE, OPERA PER CANCELLARE LE TRACCE BUONE DEL PASSATO

 

Terribile prenderne atto ma viviamo in una società che diseduca, che in mille modi differenti,  quotidianamente, opera per cancellare le tracce buone del passato, di tutto ciò che i nostri padri, i nostri  antenati, letterati, poeti e persone di indiscutibile genio, hanno con fatica, intelligenza e onore costruito, sia  materialmente che spiritualmente.  

Ancora più tremendo è constatare come sempre più poche persone se ne rendano conto: le nuove  generazioni che, grazie ai fetori delle ideologie del sessantotto e anni successivi, non hanno assaporato il  gusto e la gioia di ideali puliti, nobili, né il piacere di uno studio finalizzato ad una vera conoscenza, alla  capacità di affrontare con forza e coraggio le difficoltà della vita, di superare gli ostacoli da soli senza  l’intervento di genitori eternamente pronti a rimediare ad ogni colpa mettendo “le pezze” agli errori – anche  gravissimi – dei propri figli, stanno crescendo nell’oblìo completo della nostra cultura e delle nostre radici.

Si  dimentica la storia, non si conosce più la geografia, si ripudiano i grandi classici della letteratura e si assumono  invece come ideali quei diritti mortiferi che vengono spacciati per umani ma che nulla hanno di umano, si  combatte per annullare l’identità delle persone, per affermare ovunque la confusione dei ruoli e creare la  sensazione che tutto sia possibile, oggi, in nome del love is love. In questo clima di guerra culturale, valoriale ed etica, imbevuti e contagiati dalla cancel culture imperante ovunque, si addomesticano e ipnotizzano  schiere di giovani menti. Diventa così giustificabile anche impallinare una docente a scuola, lasciare che venga  punita da dirigenti che gridano al fascismo (di cui, talora, essi sono i primi attori) e pretendere che, anziché preparazione, serietà e cultura, ella si adoperi per essere empatica a schiere di alunni privi di educazione e  rispetto. La classe docente, diciamolo, è ormai in ginocchio, ridotta quasi a zerbino da presidi sovente proni  alle sinistre ideologie, e da taluni genitori che – smaniosi di risultati tanto eccellenti quanto falsi – sarebbero  sempre pronti a denunciare, denigrare o aggredire. 

Come se non bastasse si demonizza chiunque voglia esporre un punto di vista diverso dalla narrativa generale  e compatta degli allineati, dei “buoni” che manifestano per la pace, magari inneggiando alla morte di quanti la pensano diversamente (perché la diversità è un valore solo se la pensi come loro) mentre, nel contempo, accettano -senza battere ciglio – che vengano impinguati di armi alcuni paesi in guerra. Ah, già! Ma noi siamo  per la pace!  

Tutto ciò accade, soprattutto, perché nella odierna società si vive di paura: paura di dissentire, paura anche  di dirsi cristiani, di vivere da cristiani, di difendere i valori del Cristianesimo e di essere fedeli alle leggi di quel  Dio nel quale, spesso, solo a parole diciamo di credere. Anche citare i dieci Comandamenti oggi può esporre  al rischio di essere derisi dagli stessi cristiani tiepidi che, magari, si avvalgono – motu proprio – di un  cristianesimo personalizzato, adattato ai propri desideri o alle proprie incoerenti scelte. 

Profeticamente, nell’anno 2015 il Cardinale Robert Sarah scriveva nel suo libro “Dio o niente”: “Esiste oggi  un confronto e una ribellione verso Dio, una battaglia organizzata contro Cristo e la sua Chiesa…”. 

La battaglia è realmente in atto, ed è subdola e strisciante. Parte dal linguaggio, dai termini che mirano a  stigmatizzare negativamente chiunque osi affermare semplicissime verità. Così, se per un insegnante di  religione diventa pericoloso pure spiegare a scuola un capitolo della Genesi e asserire che un bambino nasce solo dall’unione di un uomo e di una donna, dichiarare che i bambini hanno bisogno di un papà e di una  mamma ti trasforma ipso facto in omofobo. Naturalmente, poi, dire che il sesso col quale si nasce è codificato  nel nostro DNA diventa quasi una bestemmia. E tutti zitti e muti.  

Diventa quindi normale, accettabile, necessario addirittura, modificare il linguaggio negli uffici pubblici e  nelle scuole usando comunicazioni con asterischi per evitare di rivolgersi alle persone usando termini maschili  o femminili, così come in alcuni paesi sono già stati aboliti i pronomi a favore di termini neutri. 

Diventa altresì una scelta di civiltà – secondo il dottor Zaia – istituire nel Veneto un Centro regionale per  consentire il cambio del sesso in nome dell’autodeterminazione e della fluidità. 

Ci stiamo avviando verso una società mostruosa dove non esistono più certezze, dove l’obiettivo pare essere  quello di distruggere l’identità delle persone, il sesso, la famiglia, le radici, la storia, la fede. Tant’è che, nella  sua smodata presunzione, l’uomo vorrebbe attribuire un sesso anche a Dio! Quindi, se Dio non è maschio,  perché chiamarlo Padre? Aboliamo dunque anche il Padre nostro! 

Sono costoro – come finemente racconta nel suo libro il Cardinale Sarah – “…Gli uomini che costruiscono e  strutturano strategie per uccidere Dio, distruggere la dottrina e l’insegnamento secolare della Chiesa…”.  

E una società che vuole uccidere Dio – ovvero una società senza Dio – è il niente! 

Spero – anzi, credo fermamente – in un risveglio cristiano. Se ne colgono i segni un po’ ovunque nel mondo,  in quelle persone che non hanno avuto timore di affermare la verità neanche a costo di minacce,  discriminazioni, privazioni e rappresaglie, in quelle che hanno subito anche l’arresto per aver pregato mentalmente in difesa della vita dinanzi a una clinica abortiva (basterà vedere la legge appena approvata nel  Regno Unito), nei martiri che, quotidianamente, offrono la loro vita per la fede in Gesù Cristo e dei quali,  però, non si trova alcuna traccia nei giornali, né in televisione.  

Tutto sembra tacere, ma noi sappiamo che, anche da un piccolo resto di Israele, rinascerà la speranza e la  fede rifiorirà… 

Il nostro mondo è spesso smarrito come lo fu il giovane Agostino. Cerca con ardore senza sapere dove si  trova la verità. Cerca mille strade per tentare di credere nella vita eterna. Cerca la gioia, la semplicità e la  bellezza in tanti paradisi artificiali. Con la nebbia e con il sole, il nostro mondo cerca suo Padre e il suo Dio.  Poiché nel cuore dell’uomo, sia che lo conosca o che ancora lo cerchi, c’è già la presenza luminosa di Dio”  (Card. Robert Sarah).